Libera Università...social

C'è una nuova Università che si sta dimostrando fonte di sapere, abbeveratoio per mandrie di assetati di sapere.
Una Università giovane, figlia in fondo dei tempi che stiamo vivendo.
Soprattutto, una Università libera, libera a tal punto da poter contare più su insegnanti che su allievi.
È una Università sui generis dove tutte le idee trovano accoglienza, purtroppo viene da dire.
È un tipo di istruzione gratuita, fatta da luminari e purtroppo da luminarie mezze scariche. 
Basta poco ad iscriversi, un post, una foto, un pensiero e tutto diventa vero, verità, senza che il minimo dubbio si possa insinuare 
Ecco, l'Università social è fatta da pensieri personali, punti di vista, nostalgie di partito di qualsiasi colore, l'essere contro a qualsiasi cosa. Soprattutto, ai tempi del Covid, della pandemia che ci sta mettendo in ginocchio di salute e di economia, questa istruzione social sembra l'unica tenutaria della verità, qualunque essa sia a questo punto.
Non c'è persona che non passi almeno dieci minuti sul suo profilo social alla ricerca del post perfetto, da postare, da condividere, da fare proprio per diffondere qualsivoglia credo.
E il problema è proprio nell'uso che se ne fa di questa grandissima varietà di informazioni; non è sempre un uso positivo, anzi spesso il contraddittorio sfocia in un insulto, nell'offesa personale, alla ricerca di quanti più consensi possibili. E gli ultimi mesi hanno illustrato magnificamente questi effetti toccando temi che svariano dal DDLZAN, al vaccino anti Covid, all'ultimissima crisi afgana. 
Il trait d'union fra tutti questi avvenimenti è il post, il leggerlo, il farlo proprio solo per poter sostenere poi una qualsivoglia conversazione convinti di possedere la verità assoluta.
In questa Università social e molto farlocca ognuno si sente libero di essere via via un esperto: sanità, crisi, politica ed economia, per tacere del costume. Ogni argomento ha un suo spazio, una mareggiata di informazioni fuori controllo, alla mercé di chiunque abbia voglia di dire la propria.
Di suo sarebbe l'idea più valida dei nostri tempi ma così non è; troppe informazioni sbagliate finiscono in mano (nella testa e nel cervello) a persone sbagliate. Che non sanno più come gestirle poi.
E nascono dibattiti, confronti aspri in nome e per conto di "si qualcosa" o "no qualcosa", per lo più stucchevoli e dannose. Si creano presupposti sbagliati anche quando le idee paiono giuste.
È l'Università social, lo spazio per tutti quelli che vogliono sentirsi parte di qualcosa ad ogni costo.
Un errore tutto nostro caricare queste finestre di troppa importanza.

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