"Sei un bravo papà."
Si, si?, non lo so, no, credo...ci provo. Davvero. Ci provo, meglio che posso.
So solo che non è facile essere padre.
Non è facile esserlo in condizioni normali, da separato, lontano, diviso, diventa tutto un po'più complicato, come quelle salite che all'improvviso ti trovi davanti.
Ci sono momenti in cui ti fermi a pensare se è stata la scelta giusta, se era proprio così che dovevano andare le cose
La risposta è ovvio che non ce l'hai, non puoi averla perché non sei un oracolo, perché la vita ti ha posto ostacoli, tentazioni, scelte.
Sono un bravo papà?
Ci provo con tutto me stesso, riempiendo chat telefoniche, messaggi e foto fino al giorno in cui li rivedo di persona, che non può non diventare una festa. E ce la godiamo fino in fondo che altrimenti non ci sarebbe gusto.
Provo ad essere un bravo papà ascoltando, giocando, ma ogni tanto, il più delle volte in verità, mi sento in difetto. L'età dei figli aumenta, uno è già in età adulta, ma il mio modo di guardarli è sempre lo stesso, loro sono sempre gli stessi e non posso farne a meno.
Forse sbaglio, forse chiamarli "piccoli" da più fastidio alla madre che a loro ma se davvero è un errore è in buona fede.
Cerco di mandare a memoria i loro lavoretti scolastici per la Festa del Papà, le frasi, gli stili di disegno, le immagini che hanno di volta in volta scelto.
E di divorarle quando non li ho davanti, quando sono lontani da troppo tempo e iniziano a mancarmi come l'aria, l'ossigeno che mi fa andare avanti.
Ho imparato a dire loro che gli voglio bene, anche se sono lontani, se sono cresciuti con il loro carattere e se magari lo dico una volta di più, magari in silenzio, da dove vivo io per non emozionarmi troppo.
Sono un bravo papà?
Sicuramente ce ne sarà un milione di più bravi ma ci provo, ci provo con tutto il cuore e spero solo di riuscirci meglio che posso.
Gabriele, Gaia, Denis.
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