Primo weekend di Ottobre, insolitamente caldo e lontano dal naturale clima autunnale e prima tornata elettorale "seria" post pandemia. Primo appuntamento elettorale importante per capire quali siano realmente i rapporti di forza fra i vari schieramenti politici.
Le elezioni amministrative coinvolgono poco più di un migliaio di comuni italiani e una regione, la Calabria. Non solo però comuni piccoli, sconosciuti ai più, ma anche le grandi metropoli nazionali come Torino, Milano, Bologna, Napoli e la Capitale, Roma.
Basterebbero queste città e la loro importanza a fare capire come il primo voto post pandemia abbia una rilevanza ben maggiore rispetto a tutte le altre elezioni amministrative precedenti.
I rapporti di forza fra i vari schieramenti dicevamo.
In realtà come consuetudine italiana non andiamo troppo lontano dal concetto familiare di bipolarismo, centrosinistra e centrodestra, anche se stavolta è un bipolarismo un po' allargato, con almeno cinque diversi partiti politici interessati. Al centrosinistra guardano con diversi gradi di interesse e preoccupazione per l'esito del voto (primo giro di voto ed eventuali ballottaggi nella tornata elettorale del 17 e 18 ottobre) sia il Pd che il Movimento 5 Stelle.
Diverse sono le fonti di preoccupazione nel centrosinistra, arrivato all'election day immune da scandali, news dell'ultima ora e pseudo scoop, piuttosto tipici nelle campagne elettorali italiane. Se per il Pd guidato da Letta è l'occasione per riguadagnare quei consensi andati perduti nel tempo (Siena per il segretario è il personale banco di prova), è altrettanto vero che lo stesso a Letta deve fare i conti con la litigiosità e le rivalità dei partiti e partitini che compongono la galassia Pd, curiosamente tutti guidati da ex segretari del partito, due su tutti Renzi e Bersani.
Diversa per ben altri motivi la tensione nella casa pentastellata.
Torino e Roma sono state governate negli ultimi anni non solo da giunte Cinque Stelle ma soprattutto da due giovani donne, simbolo della ventata di novità promessa a suo tempo dal fondatore Grillo. Se nel capoluogo piemontese non c'è la ricandidatura della si dava uscente Appendino, nella capitale Virginia Raggi prova ad estrarre un secondo mandato dal suo cilindro, incoraggiata comunque vada dall'ex premier Conte. L'avversario più temibile per Raggi sembra essere l'emergenza cinghiali, fenomeno (a livello nazionale in verità) in preoccupante ascesa, capace di oscurare le tante polemiche con cui la sindaca a dovuto convivere nel corso del primo mandato. L'idea, dall'esterno, è che il voto più che ad assegnare un primo cittadino serva soprattutto a definire la leadership interna al Movimento, diviso fra Grillini, con Di Maio, e Contiani.
E il centrodestra?
Sicuramente non è più tempo di pensare al partito unico. Un sogno prima che un progetto targato Forza Italia più che Lega e Fratelli d'Italia.
Negli ultimi giorni di campagna elettorale i partiti guidati non senza difficoltà da Salvini e Meloni hanno attraversato momenti difficili e drammatici per vicende che poco o nulla centrano con la politica. Le vicende che hanno visto coinvolti il leghista Morisi e l'esponente di Fratelli d'Italia Fidanza riguardano in un caso la mera sfera privata, gestita particolarmente male da un esperto di comunicazione, e un certo tipo di atteggiamento scorretto del mondo politico e non. Entrambe le vicende non sono leggere, non sono passate inosservate fra i mass media e nel mondo social.
Tutto quanto è servito a definire una volta di più il tramonto del progetto partito Unico, tanto caro al Cavaliere.
Nel primo giorno di elezioni il centro destra di oggi non sembra in grado di ripetere l'exploit del 2019, quando sommando le preferenze delle tre forze politiche raggiunse il 50% dei voti. Voti che in seguito hanno seguito strade comunque separate dalla nebulosa casa comune, come le vicende che hanno portato ai due governi Conte e al governo Draghi dimostrano.
I prossimi quindici giorni probabilmente delineeranno con più precisione la situazione del nostro panorama politico, al netto si spera di scandali, indagini giornalistiche e animali allo stato brado.
Su tutto questo non dimentichiamo l'ombra di Draghi, in apparente attesa dei risultati delle urne ma concentrato comunque vadano le cose sulle manovre economiche (riforma fiscale e del catasto) e ambientali (prossimo a Glasgow il Cop26) del nostro paese. Il premier sembra comunque ermetico ad ogni influenza esterna al suo operato, al netto di voti, scandali e ipotesi future.
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