Piccoli dubbi

Quindi ci siamo, anzi ci risiamo. Toccherà metterci virtualmente in coda sulle pagine on line delle nostre Asl regionali e prenotare la terza dose, il booster. Poi toccherà di nuovo mettersi in coda fisicamente, passare per i tornelli dell'hub vaccinale prescelto e compilare nuovamente i documenti cartacei già compilati le due volte precedenti. 
Allo stato attuale delle cose ho più di un dubbio che mi assale e nessuno di questi legato al vaccino. In merito a quest'ultimo punto penso che ognuno ormai abbia potuto elaborare le proprie idee e convinzioni.
I miei dubbi restano sulle tempistiche legate a questa terza dose ormai prossima, io appartengo agli Over 40 pronti all'iniezione. Nella notte fra il 22 e il 23 novembre il tempo massimo fra seconda e terza dose si è abbassato da sei mesi a cinque, almeno sulla carta e sui tiggì, lasciando un piccolo dubbio sulla macchina vaccinale messa in piedi al premier Draghi, dal ministro Speranza e dal generale Figliuolo. Senza dubbio, discorso questo che vale ad onor del vero anche per il precedente governo Conte, gestire una pandemia di questa portata non ha precedenti vicini (la Spagnola risale ad un secolo fa, mondo e tempi completamente diversi da oggi), però adesso nelle stanze della Cabina di regia sembra che qualcosa sfugga un po' di mano. E ad onor del vero qualcosa è sfuggito sempre di mano qua e là per lo Stivale a giudicare dalla costanza quasi istituzionale con cui si sono "taroccati" i numeri dei ricoveri, dei malati, dei decessi. 
Ecco, il dubbio grande che ho è questo: sono attendibili anche nella mia regione queste tempistiche per la terza dose? Sono veritieri i numeri che da Trieste ci indicano l'urgenza di fare una nuova dose così ravvicinata? 
Mi ripeto a scanso di equivoci, sono favorevole al vaccino, al Green Pass ma frequento persone a me affettivamente care contrarie senza discussione alcuna, rispettando ognuno il proprio punto di vista, lontani dalle risse purtroppo abastamza diffuse tra i nostri connazionali.
Non mi tornano le tempistiche, l'essere a conoscenza che anche una regione finora ritenuta corretta abbia falsificato dati, numeri d'accordo, che però sarebbero persone, palesemente agendo per altri interessi.
Una pezza la sta mettendo il governatore, nonché rappresentante delle regioni, Fedriga ma il sapore delle dichiarazioni da l'idea di una precarietà destinata più a fare danni che a porre rimedio.
Se davvero non si vuole andare a toccare nuovamente l'economia, non ci si vuole chiudere nuovamente in casa (ma va detto per rispetto a tutte le categorie professionali che a pagare sono sempre le solite note forse più per abitudine viene da pensare a questo punto, quelle del diverso, del turismo e della ristorazione), accorciare i tempi fra le dosi con le difficoltà già note dei giorni post iniezione che tantissimi connazionali hanno subito sembra una decisione davvero figlia dell'improvvisazione di governo e della paura della nuova ondata del virus.
E speriamo non ci travolga.

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