Natale 2021

Cammino quasi completamente coperto verso il lavoro, cammino veloce più per fuggire dal freddo che per pura necessità. A parte gli occhi ho solo la testa scoperta, insolitamente ricoperta da capelli lunghi e ricci. Penso ridendo che mia madre sarebbe contenta nel vederli così ricci. Io li vedo abbondantemente bianchi.
Non è più notte da qualche ora ma non è ancora giorno. Il sole fa vedere la sua luce in fondo alla strada ancora nascosto dai tetti. 
Cammino nel mio buio a metà e osservo la luce che va e viene riflettendosi sul giubbotto.
La mascherina col freddo crea sugli occhiali una fastidiosa condensa, ormai anche quest'aspetto è parte dell'abbigliamento. 
Da un anno, dallo scorso Natale, quello che pareva irreale, che non avrei mai pensato di vivere così. Io e tutto il mondo.
Ripenso allo scorso anno in questi stessi giorni, all'atmosfera attorno e forse anche dentro. Poco mi dava l'idea di Natale, anche se io vivo di articoli di Natale, li vendo.
Nulla, ed è un stato un vuoto difficile da riempire.
Forse neanche lo abbiamo riempito fino in fondo perché ci siamo limitati a tenere spente le luminarie, a camminare all'aperto quasi in silenzio, appannati negli occhiali e vicino al cuore. È stato un Natale spento, vuoto.
Oggi che al Natale mancano due settimane bevo ancora il cappuccino per strada ma perché in fondo mi piace, di più mi piace l'improvvisa esplosione di luci che ha invaso il centro città, ben prima di dicembre, quasi che...quasi che si fosse tutti pronti ad aspettare che il vento cambiasse solo un po', che nessuno ci impedisse di festeggiare. Adesso che sappiamo che il Natale 2021 è salvo accendiamo luminarie, pupazzi, addobbi.
Anche nel buio dell'alba la città è illuminata, abeti di taglie diverse accompagnano i passi dentro la notte.
Pare quasi lontano un secolo il grigio dello scorso Natale quando tutti facemmo i conti con questo malevolo Grinch.
Bevo, mi si appannano gli occhiali ma sono contento, soprattutto di questa piccola, ritrovata normalità a luci colorate.


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