"Solita ora per colazione?"
Domanda a risposta ovvia, scontata.
Il bar è sempre lo stesso, tavolini conosciuti, avventori conosciuti, baristi che ti hanno visto crescere, anzi, nel mio caso quasi nascere.
Cappuccino caldo e un bombolone. Si, bombolone, la bomba, la graffa, il krapfen. Con la crema, fritto ti prego.
È una di quelle giornate invernali che sembrano in realtà estive. Fa caldo, quel caldo anomalo che ha asciugato campi e fiumi, che il terreno non ghiaccia neanche più.
Due cappucci e due bomboloni, ormai ci conosciamo a vicenda.
"Come ai vecchi tempi..."
"Esatto, quei bei vecchi tempi!"
Risate piene, d'amicizia, di ricordi.
Io barista lui bagnino, che di anime da abbeverare e da salvare sono state piene le nostre estati.
Campeggio sul mare, Venezia solo qualche chilometro più a nord, ronzio di barchini furtivi e notturni, chitarre e fuochi, la turista che ammicca, tu che ci caschi, l'alba che ti sorprende, il turno che inizia.
Inizia col sapore del doposole addosso, che diventa profumo, deodorante, fino alla fine del turno. E poi?
"Poi riprende tutto uguale, ogni due giorni però, per riprendere un po' energia, per la doccia con calma."
Avere vent'anni e non sapere quanto bello era quel periodo. O forse io e lui lo abbiamo sempre saputo, per questo abbiamo cercato di viverlo meglio che potevamo.
"Le crepes alla Nutella a mezzanotte erano una botta di energia che la Red Bull se la sogna."
Risate, erano un po' di mesi che non ci vedevamo; lavoro, famiglie, Covid, zone multicolore, di tutto un po' ha complicato questa sorta di rito pagano tutto nostro.
"La Creperie credo abbia incassato più soldi col personale delle spiagge che dai turisti. Io ci lasciavo buona parte delle mance."
Vero, tanti soldi apparentemente"buttati in spuntini notturni", in realtà spesi in un'esperienza di vita che adesso guardo con divertimento e rispetto.
Era la fine di una giornata di lavoro, di lavoro in camicia e pantaloni lunghi quando tutti attorno a te indossavano prendisole o parei multicolore, quando la sabbia strideva sulla suola di cuoio del mocassino nero e la cravatta stringeva sul collo forse troppo.
O quando il sole ha battuto tutto il giorno sulla seggiola da dove hai osservato la piscina davanti a te e le narici sono sature di cloro e crema doposole.
Primo morso al bombolone: è morbido, rotondo, umido. Fritto insomma.
La crema è nascosta un po' più all'interno, dentro gli alveoli della lievitazione.
"Ti ricordi il panificio sulla rotonda? Sai che lo hanno chiuso. Ora vende sigarette elettroniche e alle venti abbassa le serrande anche se è in piena stagione..."
"Sono proprio cambiati i tempi, stiamo invecchiando lo sai?"
Annuisce mentre arriva a metà del bombolone.
Il panificio sulla rotonda era la prima cosa che potevi vedere arrivando alla località balneare. Era sotto il porticato della fermata delle corriere, circondato dall'immenso parcheggio libero, almeno al tempo lo era.
Era piccolo, una porta sola per ingresso e uscita con gli stipiti ridipinti ad ogni estate e una finestra che fungeva da vetrina, con esposto il solito cestone in vimini pieno di rosette soffiate, ciabatte polesane e i cornetti ferraresi: basico. Nel retro il laboratorio che credo non chiudesse mai.
E forse era vero perché se la crepe alla Nutella apriva la serata post lavoro la chiusura, dopo tutto quello che poteva succedere, era prima dell'alba davanti quella vetrina scarsamente illuminata a respirare odor di pane appena sfornato e ad aspettare il primo vassoio di bomboloni con la crema, caldi, sottili, fritti naturalmente.
Addento il mio bombolone, la crema esplode in bocca, batte sul palato. Sa di latte e lontano di vaniglia.
Mi ritornano in mente colazioni sulla spiaggia, col bombolone nel sacchetto intriso d'olio, baci rubati e sorrisi. Il sole che arriva all'improvviso, stupendoci. Il rientro al lavoro, stanchi, felici, con un'ora di sonno alle spalle, la faccia stropicciata e la quasi certezza che la sera tutto questo si sarebbe replicato che i vent'anni è vero, si vivono una volta sola.
"Certo che quegli altri avevano un altro sapore, ma che vuoi farci, in questi anni sono arrivati l'haccp, i grassi saturi, gli olii di palma, il burro di arachidi e la voglia di tenere sempre sott'occhio il proprio girovita."
Sorridiamo entrambi, tralasciamo come un tacito accordo di ammettere che quei bomboloni erano migliori perché eravamo giovani, avevamo sempre due soldi in tasca e ci perdavamo, noi due e tutti quelli che lavoravano al mare come noi, dietro capelli, occhi e sorrisi ogni volta i più belli mai visti.
Finché abbiamo trovato quelli belli davvero e al mare all'alba abbiamo smesso di andarci.
Ci salutiamo uscendo dal locale come non fosse esplosa una pandemia nel mentre. Il campanile mi dice che sono le undici del mattino.
I bomboloni alla crema all'alba però hanno davvero un altro sapore.
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