Il Festival di Sanremo in fondo cos'è?

Mentre si avvicina al nostro tavolo un ragazzo allampanato con un vassoio forse fin troppo pieno di tartine e aperitivi, il mio amico serra una contro l'altra le dita di una mano e me la agita di fronte. Ha abbassato gli occhiali sul naso e mi fissa da sopra la montatura.
"Ma il Festival di Sanremo che cos'è in fondo?"
Domanda che riempie il locale e lentamente svanisce. 
"Così, in velocità, ti risponderei che è una kermesse canora, anzi La kermesse canora più importante e famosa d'Italia, con tanto di lettere maiuscole."
Addenta un panino e mi fissa, non devo averlo convinto.
"Sei sicuro che parliamo solo di musica? Note e parole? A me non sembra, ma non da quest'anno sai, da tanto!"
E nel dirmelo fa un altro gesto con la stessa mano di prima, come a buttarsi qualcosa alle spalle.
"Sei entrato anche tu nella spirale del Festival? Come quelli che affermano orgogliosi di non guardarlo da sempre e sanno tutto, ma proprio tutto dello show? Perché in fondo è anche questo, uno show."
Mi fissa mentre addenta una tartina.
"Io come tutti gli italiani pago il canone Rai e ogni anno mi ritrovo una settimana intera di canzoni trasmesse fino ad ora tarda, con gente che non conosco, a volte credo non le conosca neanche il mio stereo, che si esibisce vestita con lustrini, i centrotavola ad uncinetto di mia nonna, ospitando cantanti che avevo dimenticato dove li avevo ascoltati l'ultima volta. Che cos'è dai questi Festival?"
La polemica è partita e ormai ha preso la sua strada.
"Guarda che forse non è esattamente così, può sembrare un evento imposto dalla TV di stato ma se guardi bene bene scopri che dietro c'è altro, c'è ad esempio tanta professionalità e pure tanta cattiveria. Tutta quella che questi benedetti/maledetti social stanno diffondendo."
Afferro il bicchiere e bevo un sorso. Lo vedo che non è convinto. Continuo.
"Ogni anno Sanremo, la città intendo non il santo, offre alla Rai il suo teatro, quell'Ariston che sono sicuro tu immagini legati a doppio filo a Baudo, i fiori, la passerella (hai visto che quest'anno era verde, green?) per una vetrina della stessa città e della regione che cavalca l'etere e arriva nel mondo. La Rai ci mette i mezzi, che non sono pochi siamo onesti, il direttore artistico, gli ospiti e i cantanti. E onestamente quello che ne esce è un prodotto che raccoglie fior di quattrini in pubblicità. Se non ricordo male la raccolta pubblicitaria quest'anno sfiorava i 100 milioni di euro, capito cos'è, anche, Sanremo?"
Quasi finisce l'aperitivo ma ha deciso di andare a cercare polemica e mi tocca stare al gioco.
"E il presentau, quello che fa il programma dopo il telegiornale? È sempre lui, con tutti sto cantanti sconosciuti o scongelati..."
"Amadeus? È un artista forgiato da anni di gavetta dai, da anni di polemiche gratuite m anche ha sempre portato a casa un ottimo risultato. Anno dopo anno. Se continua ad essere lui il direttore artistico del Festival un motivo ci deve essere non credi, perché prima di lui nello stesso ruolo sono passati nomi quasi esagerati alcuni dei quali hanno rischiato la carriera. Se poi a te non sta simpatico a prescindere è un discorso diverso però non puoi negare che ha dimostrato coraggio (in tutte e tre le sue edizioni del Festival) nel lanciare appunto cantanti giovani, sconosciuti ai più, e qui ti dico che è stato bravo a rilanciare in data diversa, prima della kermesse il suo modello di Sanremo Giovani, e appunti cantanti apparentemente dimenticati. D'accordo ci sono state polemiche, anche gratuite e cattive, ma ne è sempre uscito a testa alta forte anche di tanto affetto. Hai notato che sorride, ride proprio, ogni volta che incontra vecchi colleghi, amici. A me ha ricordato i tempi di Radio Deejay, quelli che mi facevano compagnia doposcuola."
Con la mano libera si gratta il mento e risponde.
"E tutte le voci che ci sono sempre sul potere delle case discografiche?"
Sento che sta raschiando il fondo, da buon bastian contrario.
"Non credi che sia più facile scrivere una cosa da casa e postarla nel web che dimostrarla davvero? Può essere vero che alcune hanno "scuderie" più fornite di altre ma quest'anno più degli altri si è visto tutto il panorama musicale attuale esibirsi all'Ariston. Con esibizioni che in alcuni casi sono stati veri e propri spettacoli.
E anche i due ragazzi che hanno vinto hanno portato un testo forte, impegnato, attuale, e soprattutto quello esordiente (Blanco!) si vedeva che oltre a cantare con passione il brano si stava divertendo e dopo due anni di divieti e silenzi, non è stato forse un bel momento?" 
L'aperitivo è finito così come è finito il Festival di Sanremo nel quale tutti, ma proprio tutti i protagonisti mi son sembrati contenti, forse liberi da convenzioni, critiche, mascherine. C'è stata è vero la polemica sulla presenza di pubblico, sulle mascherine ma nata gratuitamente dimenticando i protocolli cui è sottoposto chi fa parte del mondo dello spettacolo (cantanti, attori, sportivo, maestranze).
Il mio amico paga e usciamo, non mi ha risposto, non credo abbia una risposta.
Ci salutiamo, lo osservò incamminarsi verso casa.
Io penso; il Festival per me sono le canzoni alla radio il giorno dopo, dopo qualsiasi esibizione, il ricordo di mia mamma che non ne perdeva una, di puntate ed edizioni, preceduta sempre dalla richiesta di acquistare all'edicola il TV Sorrisi e Canzoni, con i testi per leggerli e cantarli coi cantanti.
Ecco, forse il Festival per tanti, tantissimi è quel ricordo intimo cui non vuoi rinunciare, anche quando si cerca sempre un modo per screditarlo.
E se proprio non piace basterebbe non seguirlo.


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