In cima alla scalinata

È sempre più difficile credere che non si possa trovare una soluzione a tutto questo.
Tutto questo è una guerra, La Guerra, a due passi da casa, dietro i recinti dei nostri giardini.
D'un solo colpo abbiamo perso generazioni di anziani e bambini, rinchiuso in cantine, tunnel di metropolitana gli altri, donne, madri, mogli. 
D'un solo colpo si è mischiata ragione, cattiveria, esplosioni e rancori. La geografia è cambiata, non tornerà mai più come prima, mutata da fosse comuni e mine antiuomo, da sete di potere e soldi.
E a poco sembrano servire appelli, restrizioni economiche, marce; tutto pare già scritto, al netto della propaganda di una e dell'altra parte, al netto delle odiose fake news, dei sospetti e dei rancori storici repressi, mai sopiti.
Probabilmente a rileggere tutta la storia della regione, del prima, del dopo e anche del durante ci sono torti e ragioni da entrambi i lati della contesa.
Però prima, durante e dopo ci sono sempre troppe vittime sul campo, quelle vittime che sono innocenti, che non hanno colpa se non la colpa (se colpa deve essere per forza o per decisione bellica) di essere nati lì. "Lì" dove c'è la loro vita, gli affetti, amicizie, giochi, e insomma vita. 
Quella che adesso sembra lontana, in alto sulla scalinata, impossibile da raggiungere.

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