Pensiero post finale di Coppa....
Mi piace lo sport, adoro lo sport. Tutto.E adoro il calcio.
Ho la mia squadra del cuore, come tutti prima e dopo di me. Tifo Inter, per fortuna o purtroppo verrebbe da dire. La tifo da sempre "per colpa di Rummenigge", e senza ombra di dubbio posso affermare che tifare nerazzurro è un toccasana per il carattere; se non altro ti insegna a gioire dei piccoli traguardi, a guardare con la luce negli occhi alle piccole cose. Un secondo posto? Un miracolo,mai una sconfitta. La Coppa UEFA? Un super torneo anche se finisci sconfitto dal Turun Pallosseura che adesso voglio vedere chi sa dov'è (città di Türkü, Finlandia). Strappi una qualificazione alla Champions League allo spareggio sul neutro di Verona ed è come aver vinto il Mondiale. Senza dubbio essere interista forgia quel lato del carattere atto alla sofferenza, ad ingoiare il rospo, quello che ti fa vedere il bicchiere mezzo pieno.
Sempre, mentre tutto attorno a te si costruiscono cicli vincenti, domini assoluti senza se e senza ma.
Nel mio essere interista ho apprezzato spesso il calcio italiano in TV nei mercoledì di coppa (questa definizione vale solo per chi è vicino ai 50 ed era bambino negli anni '80) o nelle attuali tre giorni europee. Calcio italiano che dominava il continente negli anni '90, che per me era il Tricolore contro il resto dell'Europa, ed in fondo questo sportivamente è. Essendo nerazzurro ho avuto molto tempo per godere dei successi dei rivali, per vedere i cugini, i rivali alzare coppe e coppette varie e questo indubbiamente forma il carattere ed insegna ad essere sportivi, a livello professionista. Noi abbiamo attraversato le campagne europee alzando spesso la coppa minore, com'era soprannominata la Coppa UEFA in quegli anni, sul filo del rasoio. Perdendo gare contro illustri sconosciuti, rimontando sempre, addirittura con la salvezza in Serie A non ancora sicura.
L'interista come me ha apprezzato le varie genesi calcistiche italiane come tifoso vero: la Juventus di Platini, il Napoli di Maradona, la Roma di Falcao, la Sampdoria di Viallimancini, i cugini del Milan e i tre tulipani. Tutti squadre che lucidavano gli occhi e in fondo regalavano il giusto orgoglio italiano sui campi di tutta Europa. Tutto questo ha accresciuto l'ironia nerazzurra, l'autoironia come base di sopravvivenza il lunedì mattina e il giovedì dopo le coppe.
Per togliere la polvere dalle coppe abbiamo dovuto aspettare il nuovo secolo e in tutta onestà almeno uno degli scudetti figli di Calciopoli non lo avrei accettato, ma probabilmente è un ragionamento che a noi semplici tifosi sfugge. Abbiamo vinto, finalmente ma finendo, per le modalità, dall'altra parte, da quella degli antipatici. E a questo punto meno male che il ciclo vincente è durato poco, quasi il tempo di un sospiro, riportandoci ad altri tempi.
Più sofferenti e decisamente più familiari. Gli anni dopo il famoso Triplete sono stati una lenta discesa e un inconsapevole ritorno all'interismo, a quelle stagioni intrise di sofferenza e onesti predatori, a derby vinti col fiato sospeso e a qualche sprazzo di allegria. Poi poco altro, qualche notte da Champions, qualche clamorosa debacle, la routine. I cinesi.
Dopo il doloroso addio del presidente Moratti e l'addio gradito assai del presidente thailandese e del supporter dei Muppets.
Coi cinesi succede l'impensabile anche per un interista, succede che si torna a vincere all'alba del ventennio degli anni 2000, ma i tempi ora sono quelli del Var, della tecnologia, delle polemiche, dei rigori dati e non dati, dei regolamenti non sempre chiari e non sempre uguali per tutti. Succede anche che siano gli anni del dominio, si di questo si tratta, bianconero della Juventus, "la rivale più rivale che c'è". E non un lustro di successi e basta, no, un decennio impreziosito da nove scudetti di fila, roba da calcio tedesco, coppe e supercoppe italiane. Ecco, qui si apre il cratere che a mio modesto avviso separa il tifoso, lo sfottò con "l'altro tifoso-amico", dall'invasato, dall'imbecille. Si, imbecille anche se non amo offendere, perché adesso sono anche i tempi dei social, dei leoni da tastiera che ti azzannato come preda succulenta se esterni il tuo parere, come fosse un peccato da mondare.
Ecco, all'indomani della finale di Coppa Italia 2022 vinta dall'Inter sulla Juventus, non senza dubbi e polemiche, mi godo un momento di pausa felice su uno dei tanti social. Esterno il mio disappunto per l'uscita di un altro interista, stavolta vip e un po' troppo presente a bordo campo per i miei gusti, affermando (cosa che sottolineo anche ora) che se lo scudetto 2022 lo vincesse il Milan sarebbe comunque più che meritato per la stagione fatta.
Nella risposta di un presunto tifoso di una delle due squadre genovesi (l'ha fatto capire ma non si è sbilanciato, forse perché il leoncino era lontano dalla propria tana) ho capito che tutta la bagarre successa allo stadio, non fra tifosi ma fra le panchine delle due squadre contribuisce a questo clima incattivito che serpeggia sui social, nei bar, nei discorsi dei tifosi nei ritrovi abituali. Ho capito che l'esasperazione sfocia in odio, disprezzo, insulto e le immagini televisive lo confermano, lo certificano. L'esempio da dare a chi guarda è quello sbagliato, quello da condannare.
Non sento mia al 100% la vittoria, nonla.sento da Inter, come non trovo giusto che la Juventus chiuda uno dei cicli più vincenti della sua storia in un mare di critiche feroci.
Ad alcuni questa mia affermazione già nella notte di mercoledì è sembrata "contro natura" ma è esattamente quello che penso. Nelle due finali di Champions perse dai bianconeri io e mio figlio eravamo davanti allo schermo a tifare per i bianconeri come giusto che fosse nel contesto europeo. Confesso che ci sono rimasto male entrambe le volte perché soprattutto quelle due squadre più di queste ultime avrebbero meritato di riportare a Torino la Coppa con le orecchie.
Rimpiango sinceramente i tempi del "5 maggio", la zazzera bionda di Gresko e Cuper perché in fondo noi nerazzurri siamo quelli. Quello che vincono e soffrono con la stessa identità, quelli che nel bene e nel male offrono l'assist agli altri tifosi.
Siamo nerazzurri insomma.
Non sei un interista normale amico mio… LP
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