Un grande boh

Il campionato di calcio sta finendo, come gli altri campionati degli altri sport che stanno per concludersi per altro, quindi ci aspettano sette giorni in cui la guerra in Ucraina, l'inflazione che sta salendo sempre più, il referendum sulla riforma della Giustizia del 12 giugno 2022, Draghi e la Finlandia, a braccetto con la Svezia, gli attriti storici, secolari fra Macedonia del Nord e Bulgaria, le elezioni nel Libano fallito (nel vero senso economico del termine), stato in perenne equilibrio sulla precarietà fra vita e morte, verranno messe da parte, torneremo ad essere tutti allenatori, tutti o interisti o milanisti, libidinosamente gufi.
Non ci accorgeremo che abbiamo una maggioranza divisa, spaccata, in nome dell'Ucraina, dei se e dei perché aiutarla, inviare armi e aiuti. Nemmeno, ci accorgeremo che la Magistratura rifiuta il referendum che a suo dire mira al controllo delle toghe, che Roma Capitale, la nostra Capitale, è zona rossa, no non per il Covid ma per i cinghiali che escono dai boschi e invadono affamati, curiosi ed impauriti la città (anche se sorprendentemente camminano in file ordinate e attraversano sulle strisce....) e diffondono la peste suina, ennesimo caso di trasmissione di malattie fra gli animali.
Il focus della settimana sarà il Milan di Stefano Pioli vicinissimo alla vittoria, o l'Inter dei cinesi Zhang, vicina ma un po' più lontana. Nulla di più importante. Il resto sarà il contorno al quotidiano che almeno fino a domenica sera ci accompagnerà, incuranti di quelli che il mondo sta cercando di risolvere, sta portando avanti fra un insuccesso e l'altro, senza che noi riusciamo a capire molto. Mentre il pallone rotola ascoltiamo insensibili all'apparenza i veti di una certa parte di mondo verso richieste, libere e sacrosante, di un'altra parte di mondo in uno spaccato rivelatore di quali equilibri politici-economici-militari si componga il mondo; in questo caso la questione riguarda la scelta di aderire alla Nato di paesi sovrani come Finlandia e Svezia e il veto quasi da feroce Saladino della Turchia. Ma con stupore si apprende anche che questa virata bellica del mondo dopo i primi lunghissimi 80 giorni di conflitto e l'ondata di proteste che ha suscitato sta scivolando nella routine più pericolosa come se la vittoria dei singolari cantanti ucraini all'Eurosong Contest fosse il cerotto e che copre tutte le ferite che l'Europa appone sulle cicatrici ucraine.
Le spillette gialle e blu, le vie Crucis verso Kiev (in verità stoppate bruscamente dai missili russi lanciati verso Guterres e Zelens'kyi) dei leader del mondo hanno rallentato e all'aria acre della capitale ucraina sembra che tutti preferiscano le poltrone dei propri salottini, magari per parlare anche di altro, magari dello scudetto che si gioca all'ultima giornata.
Se dovessi guardare il mondo attuale per giudicarlo direi che è un grande "boh", un punto di domanda in cui non c'è certezza alcuna se non che usciti a fatica dalla pandemia siamo entrati in una trincea dove tutto diventa nemico, dove da lontano si fa la guerra suo social, sui likes, su quello che  "tu hai fatto quella volta là" o che "tu hai scritto su quel giornale lì". E il nostro, italico, precario mondo politico ha mostrato se ancora ce ne fosse stato bisogno il grado di inutilità di certi figure, di certe cariche, di certi presunti condottieri, o capitani se vi può fare più piacere. Un grande "boh", quei momenti in cui tutto diventa precario, in cui vorresti fare ma non fai, in cui fai qualcosa e ti accontenti purché nessuno ti disturbi perché una volta a casa chiudi a.doppia mandata la porta, le finestre, metti la connessione del Wi-Fi e inizi a far parte di un altro mondo, virtualmente più stressante dell'altro ma in assenza.di pressioni, perché se l'inflazione sta toccando picchi sconosciuti (annunciati per altro dal volto serio dell'ex premier Gentiloni) cambi pagina fingendo che questa seccatura sia un fastidioso pop-up aperto sulla tua pagina. Passi oltre, oltre i problemi energetici, la Magistratura che sciopera e ferma una parte del paese e divide così facendo lo stesso paese, sempre sensibile alle divisioni di qualunque genere. Passi oltre cliccando, vivendo la tua settimana informandoti sullo schema del mister, ignorando post politici che appoggiano le due nazioni in guerra (da molto prima di questi ottanta  e più giorni), le violenze quotidiane anche nelle piccole città. Clicchi e passi oltre, in attesa di domenica nenache ti informi nei quesiti referendari, i più criptici di sempre. 
Quello che non è piattaforma, Netflix, Dazn, non conta è il grande boh esistenziale.
Però domenica arriva, lo scudetto si assegnerà e da lunedì che si fa?


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