Accade oggi, nel 2022

Accade il 24/6/2022, nell'anno che ci avrebbe dovuto traghettare fuori dal tunnel buio della pandemia di COVID-19; accade nell'anno della ripresa economica, finalmente.
Accade nell'anno della guerra nel cuore del Vecchio Continente, ora che il nostro mondo personale sta cercando di ritrovare quell'equilibrio che sembrava irrecuperabile.
Accade nel 2022, nell'anno in cui discutiamo feroci di politica e governo ma non siamo capaci di fermare la deriva medievale che il mondo in tante parti sta prendendo.
Accade oggi che abbiamo le nostre ventilate libertà, quelle che i nostri avi sognavano, così ci viene ripetuto, anche se a guardare bene il mondo così com'è non ce ne accorgiamo e pendiamo dalle labbra di chi vive aldilà dell'oceano, chiuso in un buio involutivo da un lustro ormai come se l'aver eletto a suo tempo nel 2009, e rimasto in carica fino al 2017, il primo presidente di colore fosse ora una sorta di maledizione, il peccato originale da scontare. 
Accade oggi, in questi giorni di caldo anomalo, di un'estate afosa e difficile, in bilico fra cavallette e siccità come fossero moderne "piaghe d'Egitto", in cui lo scontro politico si fa ampio, a 360°, praticamente su ogni aspetto della nostra vita. La vita che ci vorremmo riprendere e che scivola sempre in un anfratto, un disegno di legge, un bonus, una polemica, sotto una poltrona. E per distrarre parliamo d'altro, ecco.
Come accaduto quasi un anno fa, a Ferragosto, che il mondo tutto si è voltato dall'altra parte e ha lasciato che un altro Medioevo arrivasse a sconvolgere vita e vite nell'angolo a destra del planisfero chiamato Afghanistan, che quello per noi occidentali è diventato: l'angolo a destra che puoi anche fingere di non vedere.
Meno a destra e molto più vicina a noi c'è l'Ucraina, devastata da una guerra innescata da lontano e ora deflagrata in qualcosa che sempre noi occidentali non sappiamo gestire in alcuna maniera se non provando ad inviare armi, ecco il punto, di difesa si dice.
Ecco, trovato il punto di unione fra questi due stati lontani fra loro ma che hanno come trait d'union l'essere stati nell'orbita, o parte integrante, russa per tanti anni.
Se noi occidentali ci siamo fermati ad osservare impauriti i missili tracciare il cielo ucraino è stata l'America salvatrice ad intervenire, forte della sua democrazia esportata in tutto il mondo, del Patto Atlantico che non si è ben capito fino a dove possa e voglia spingersi.
Accade oggi, nel 2022 che la democrazia di casa a Washington arranchi, ferita dal Covid-19, gestito quasi con sprezzo dal precedente inquilino della Casa Bianca, dall'economia in crisi e dai suoi stessi abitanti, stravolti, coinvolti, nella rissa fra un presidente che non vuol lasciare e un presidente che vuole entrare, forse non proprio nel pieno delle forze fisiche e mentali come negli ultimi mesi si è visto.
Ecco, mesi che noi che abitiamo nel Vecchio Continente abbiamo vissuto con l'ansia che qualcosa potesse succedere anche qui.
Qui dove ci siamo impegnati a non saper gestire la crisi energetica, che ad ottobre presenterà il conto vero e proprio, dove abbiamo organizzato referendum costosissimi, specie in questo momento storico, risultati vano, inutili. Qui dove apriamo un social a caso e decidiamo quale battaglia fare nostra, dove non sappiamo tutelare persone in difficoltà, dove le vittime di violenze e soprusi vivono con una condanna già scritta sulla schiena e lo stato non interviene se non dopo.
Tutto questo accade oggi, che siamo in un nuovo secolo, che potremmo vivere in pace e nel benessere e invece come nel Medioevo subiamo le decisioni di un'Inquisizione per nulla santa, per nulla democratica.  
Accade nel 2022 che aldilà dell'oceano un'arma sia più importante di una donna, della salute, della sua stessa vita.
Accade oggi che il mondo fa più di un passo indietro in attesa di tempi più grigi.

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