Calendario da campagna elettorale

Il calendario mi dice sintetico che mancano due mesi esatti al 25 settembre, data delle elezioni politiche. Dice anche che siamo in piena estate, che la maggior parte dei connazionali è o si prepara ad andare in ferie, che le TV sono in prevalenza spente, ma giornali sulla spiaggia si appiccicano addosso, i social vengono usati solo per selfie o ricordo della vacanza. Ecco, tirando una riga e facendo la somma appare chiaro che i politicanti oggi protagonisti di questa scena politica dovranno rimboccarsi le maniche per bene per strappare i voti necessari. 
E non solo perché ci sarannoeno poltrone disponibili fra Camera e Senato ma anche perché la platea cui si rivolgono forse questa volta sarà più accorta nelle proprie preferenze elettorali memere di quanto buttato via nell'ultimo mese, di quanto vuote possano essere talune promesse elettorali. Forse la chiave di svolta possono essere gli appelli a non dimettersi rivolti al premier uscente Draghi dai sindaci italiani, dalle associazioni di categoria, autentiche spie del polso degli italiani perché presenti nel territorio e non solo a Roma o dintorni. Non impegnati nel gioco della fantapolitica.
Sempre lo stesso calendario mi ricorda che potrebbe essere allo stesso tempo un autunno politicamente caldo perché al di là del partito vincitore, quello con più voti, nella scelta del premier tutti i facenti parte di questa o quella coalizione vorranno dire loro.
La cosa che oggi mi fa tristemente sorridere è che a liste non ancora depositate sembra di essere tornati alle elezioni politiche degli anni '90, del "milione di...", posti di lavoro o alberi che siano. La politica delle pensioni minime aumentate a parole e non a fatti che anzi con la bellissima formula "Opzione Donna" accettano per sfinimento, si per sfinimento, pensioni non superiori ai 900 euro (vedendosi decurtare l'importo spettante a volte di un buon30-35%). E mi fermo qui perché è tema delicato per argomenti e coronarie. Sono gli stessi poi che non discutono mai la questione del salario minimo perché tanto "a breve qucuno prometterà tot posti di lavoro e non servirà!".
La politica degli ultimi giorni mi ricorda quei tempi di politica leggera e televisiva, di riprese del candidato dal proprio studio, dal salotto,dal tinello.
Adesso che abbiamo deciso (si, abbiamo perché chi siede al Parlamento da noi è stato votato) di dire basta al governo Draghi siamo in prima fila a recitare i rosari da dj set di un certo esponente politico, a sentire riproposte le promesse che non ci sarà lo stesso candidato per un secondo mandato perché "da noi non ci si può attaccare alla poltrona, noi siamo diversi da quegli altri!". E mentre lo dicono a TV e giornali e su internet, scende una lacrime scende consapevoli che dell'esperienza romana non resta che un monopattino scarico su cui salire a bordo. Assistiamo a fughe, si spera in avanti, dalla casa politica che li ha visti nascere e scadere negli insulti più beceri quando non c'è più sintonia nel giardino in fiore della grande casa romana. 
Il calendario riporta ovviamente in rosso la data del 25 settembre 2022 perché è domenica ed è un rosso molto più scolorito di quel rosso che nei lontani anni '90 iniziava a decolorarsi, a perdere smalto, spinta, colore, voti. A perdere soprattutto identità e voti. E ora quel colore dovrebbe riprendere vita da chi in fondo non sa bene da che parte sia l'ideologia pura dei bei tempi andati. Di chi a referendum persi promise di sparire dai radar politici salvo più rientrate comodamente dalla finestra aperta sul Senato. Ma la leadership era lontana e allora niente dieglio che frammentare un partito, uno schieramento già diviso in così tante costellazioni che per inquadrarlo bene bene oggi serve il telescopio Webb.
Chissà cos'altro ci riserverà il futuro più immediato della nostra politica, ottusa al punto di mettere a rischio i fondi che l'UE ci ha elargito con il Recovery Fund. 
Per il 25 settembre devo farmi un'idea, una precisa per non avere ancora una volta la sensazione amara di aver buttato via il voto e la giornata.
Cerco fra le news qualche parola che mi porti un minimo di serenità interiore nel leggerla, nel convincermi a seguirla, che parli dei problemi effettivi del paese a partire dalla scuola per arrivare al lavoro, alle pensioni, a rafforzare sanità e vigili del fuoco, forze dell'ordine che in questi giorni il paese intero ha fatto capire che ci sono priorità serie, importanti, drammatiche che non si possono gestire sgranando rosari o affidando ai portali il messaggio.
È piuttosto chiara a noi che votiamo la scaletta "delle cose importanti da fare", cerchiamo di farlo capire anche a chi poi manderemo a sedere a Roma.


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