Ci sono campagne e campagne

D'accordo, nella campagna elettorale ci siamo immersi fino al collo, ormai non c'è ombra di dubbio. È l'unica campagna che non risente della siccità che sta tagliando in due il paese, ed è tutto dire...
È una campagna elettorale talmente improvvisa da sembrare improvvisata da ogni parte politica in campo. Scesa in campo nonostante la siccità a riprova che certe campagne e certi campi sono sempre irrigati.
Come ogni tornata elettorale il bello, dal punto di vista personale ovviamente, è andare alla ricerca dei volti e delle storie di chi si appresta "a scendere in campo", non si sa mai che l'attenzione venga catturata da qualche pelone deciso a cambiare le sorti dell'Italia. Qualcuno con un bel carico di idee in testa, di progetti veramenti validi.
Scorro qualche sito superpartes e dopo una infinità di pagine scrollate, scrollo io la testa deluso.
Le promesse sono varie, un ventaglio di offerte da fare invidia alle grandi democrazie del mondo: verde, alberi a milionate, pensioni più pesanti, molto più pesanti, basta immigrati clandestini, sia mai che il Paese diventi un paese peggiore (oggettivamente difficile di enti peggio di così, e non è così per colpa dell'immigrazione), donne al potere, meglio se puntano decise a destra, non al centrodestra, ma a destra proprio.
Promettere più lavoro, più democrazia costa davvero poco, ci riempie un volantino, un poster murales, un manifesto di quelli che si spostano incollati alle vele pubblicitarie dei camioncini. Tanto poi scaduto il timbro della SIAE lo puoi cestinare tranquillamente con buona pace di chi lo ha promesso e di chi incautamente lo ha letto. E se tutto questo non basta scrollando le pagine delle breaking news, appaiono evidenti i cambi di poltrona, di colore, di partito, dei protagonisti dell'ultima legislatura. Cambi al volo per dare vita ad un movimento, un partitino, un circolo di amici, di compagni di sventura dove si mescola fino a perdersi il senso di opposizione, coalizione, sostegno.
E dove tristemente annegano i voti di noi poveri elettori.
Adesso è campagna elettorale feroce, televisiva, quasi bellica, si, bellica, perché non c'è candidato che si offra come garante (ruolo battuta molto in auge dopo l'avvento dei comici in politica, con risultati invero ironici) della pace e della democrazia in Ucraina. E la Russia? Di alcuni esponenti politici era partner oscuro, affidabile, dal portafogli disponibile (ad onor del vero storicamente lo stato sovietico nei rapporti con il nostro mondo politico è stato davvero bipartisan) al punto da dare alla luce in questi giorni dichiarazioni etichettabili come "fake news" o improponibili limitandoci a leggerne il titolo. Forse che dal 26/27 settembre qualcosa cambierà? Ad oggi la risposta sarebbe sicuramente si ma da bravi italiani possiamo sempre aspettarci le smentite ad hoc, salti mortali all'indietro.
La nostra campagna elettorale ha fatto nascere più partitini atti alla dispersione dei voti che zucchine e cetrioli negli orti italiani, bruciati dal sole e dal razionamento dell'acqua in alcune regioni. E se il meteo non ci dà una mano la polemica politica è un nubifragio di fantasiosi programmi elettorali dove davvero si ha la percezione che l'obiettivo massimo sia fare un po' meglio del rivale. Rivale che ragionando per "colore" e appartenenza andrebbe quantomeno identificato e affrontato anche giocando d'anticipo come fanno i viticoltori per non perdere la vendemmia o i produttori di pomodoro da industria. Insomma c'è un certo non so che di incertezza e stanchezza in questi primi giorni di campagna elettorale per le facce sempre uguali che si vedono, per le parole dette pari pari anno dopo anno, come se fosse da decenni la stessa campagna elettorale.

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