Se anche Draghi se ne va....

Domani sarà il giorno uno, il giorno zero, un giorno come un altro?
Sicuramente sarà un giorno altrettanto convulso come oggi, il giorno in cui Draghi è salito al Quirinale per annunciare le proprie dimissioni al presidente Mattarella?
Perché? Perché non c'è più maggioranza, fiducia. Nessuna delle forze politiche della pseudo maggioranza che non vota la fiducia sul Decreto Legge Aiuti, per la guerra in Ucraina, imprese, lavoratori e famiglie, e lo lascia di fatto solo (per altro al Senato Draghi la fiducia l'ha ottenuta lo stesso), incurante del momento, del lavoro fatto in diciotto mesi (al netto delle critiche di parte o meno che cadono sul governo a mezzo social), aprendo una crisi che può portare allo scioglimento delle camere (con il voto ad inizio autunno) o ad una nuova fiducia dopo il rifiuto di Mattarella, mercoledì prossimo in Parlamento.
La sfiducia arriva da un partito, i Cinque stelle, in crisi esistenziale e politica forse in mancanza di poltrone "giuste" da occupare. I contiani del movimento vogliono linee guida chiare da parte di Draghi ma votano la sfiducia al DL. Letta a sinistra, si ma quale, insiste sul dialogo, sulla continuità di questo governo incurante finanche dell'eventuale voto (contro i grillini in Parlamento sbotta pure Renzi, smemorato al momento giusto viene da dire) che a suo dire non rappresentano un problema, per noi che della pseudo sinistra onestamente assomiglia ad un dramma.
E se dal lato sinistro dello schieramento si vuol continuare con Draghi da destra le varie forze in campo invocano la democrazia (Meloni docet), le urne per amor del popolo (Forza Italia, Lega) sicuri che l'attuale premier abbia le ore contate. E poi? Poi l'euro che crolla contro il dollaro, lo spread che sale e ci fa tornare in mente Mobti e i suoi giorni lugubri, Milano e la sua borsa che si tengono di giallo, l'inflazione che vola verso l'alto.
Domani che giorno sarà?
Un giorno, per dirla alla Gentiloni direttamente dalla Commissione Europea, in cui staremo a guardare, qualsiasi cosa il nostro mondo politico partorirà.
Sperando di non cadere nel burrone.

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