Fine dei giochi quindi, anche per i banchieri centrali con un cuore. E sul paese scende un velo grigio di negatività in un momento in cui serviva tutt'altro. Velo grigio soprattutto sull'economia, sullo spread, benedetto/maledetto, che ci allontana ancora un po' dalla Germania motore economico dell'Europa (dati alla mano del momento attuale) riportando alla memoria il triste tormentone dell'oscuro governo Monti.
Lascia qui di Draghi, sorridente, più rilassato che ferito, lasciando il boccino in mano al Presidente Mattarella. Adesso vedremo noi popolo votante di cosa sono capaci i nostri partiti, di qualunque colori siano. Adesso più che mai tocca a loro ridarci fiducia, la voglia di credere ancora nella politica, nei suoi meccanismi, nei suoi intrighi. Il modo in cui è maturata questa situazione si fatica a capirla bene ma forse a ripensare alle dinamiche con cui Di Maio ha lasciato i suoi ex amici ormai pentastellati la sera del 21 giugno era tutto nell'aria, quella viziata del Palazzo. Adesso più di prima montano critiche, frecciate, mozioni a mezzo social che sanciscono l'inizio di fatto della campagna elettorale. La speranza è quella che il 25 settembre 2022 noi che votiamo ci ricordiamo bene chi ha sancito la caduta di questo governo, come è avvenuto così da non poterci lamentare un domani di chi occuperà gli scranno in Camera e Senato. E già, questa più dei soldi già dati del Recovery Fund che teoricamente la UE potrebbe richiederci indietro, è un'ipotesi che non mette di certo a proprio agio.
E non scordiamoci che all'ufficialità della data si è alzata la protesta dei Presidi italiani in quei giorni alle prese con l'inizio del nuovo anno scolastico, costretto quindi a fermarsi subito.
Non inizia bene, in sintonia con il modello italiano. Da sempre.
Commenti
Posta un commento