Chi mette in agenda i giovani?

Non ci sarà un nuovo debito a firma di questo governo, ormai uscente.
Non ci sarà quindi a breve la cifra esatta che si potrà destinare al taglio delle bollette.
Non ci sarà da sorridere quindi in quel di settembre con l'autunno che porta con sé; oggi come oggi il futuro fa un po' più paura perché carico di incertezza.
In principio fu la benzina, aumentata a dismisura salvo contenerne il costo con manovre mirate. Poi i gasdotti provenienti da est chiusi per manutenzioni straordinarie in odore di guerra. E dalla benzina si è passati al gas, al metano, alla corsa a trovare il gas necessario al nostro fabbisogno. 
E se nel mentre cade il governo, anzi, viene fatto cadere?
Pazienza, anzi meglio. Si potrà dimostrare che un politico di carriera, uno di quelli "bravi a fare solo quello" mica un banchiere, un amico dei potenti (l'unico italiano a quanto pare la cui voce pesa e pesa tantissimo), saprà gestire il Paese. Dimenticando magari che nel frattempo a rischio c'è il fondo del Pnrr, e non parliamo di spiccioli.
Quindi? Quindi il bravo politico focalizza l'attenzione sulle bollette, su quanto lextra reddito delle grandi imprese possa aiutare l'operaio a superare un autunno che si prospetta duro, terribilmente duro.
Focalizza su quella parola singola l'attenzione dell'elettore perché altro al momento non sembra importare. E i sondaggi lo dicono da giorni, lo stanno dicendo.
Non ci sarà lo spazio dedicato ai giovani nell'agenda del vincitore, di qualunque coalizione si tratti. Non sarà considerato in pratica il futuro.
Si, perché i giovani lo dicono a voce alta che la Stato si sta dimenticando di loro, dei loro bisogni e dei loro sogni, nonostante loro stessi sia a volte l'esempio seguito dai bravi politici. Bravi politici che aprobo account nel mondo social per conquistare un voto in più non per garantire l'attenzione ai giovani, una volta eletti. Quello è un argomento che non sembra avere appeal e cozza da matti con la triste realtà.
In un momento in cui i genitori cercano di contenere l'uso di energia elettrica, benzina, uso dei condizionatori per risparmiare qualche euro i figli ascoltano il silenzio garantito loro dal mondo politico in merito a lavoro, ambiente, energie alternative, futuro insomma. Nulla che possa accendere in loro una fiammella di speranza, che possa spingerli a votare per una delle coalizioni in campo. Nulla. 
Un aspetto vergognoso di una campagna elettorale vergognosa, alla frutta. Forse una presa di coscienza non detta del mondo politico di quanto sia impresentabile, non degno di rappresentare i propri concittadini e anche su questo aspetto lo dicono i sondaggi; non c'è fiducia, non c'è forse voglia di dare fiducia a questo o all'altro politico.
Si guarda più alla UE, alle sue decisioni, per quanto anche i 27 dell'Unione non siano in sintonia fra loro, divisi fra chi può decidere il prezzo del gas e chi deve subirne il rialzo. 
Non saranno elezioni facile, piacevoli (più che scambio di battute c'è spesso anche fra gli elettori simpatizzanti, l'insulto feroce), facili anche da accettare.
E se nelle indispensabili agende (mai come in questa tornata elettorale si parladi Agende) delle coalizioni molte righe ora vuote non verranno riempite dai reali obiettivi sociali del paese c'è il rischio che non servano poi a molto, anzi che diano vita ad un governo che durerà al massimo sei mesi. Senza dimenticare che ad oggi, a meno di un mese dalle elezioni del 25 settembre, tanti vorrebbero semplicemente un Draghi-bis, per uscire da questa zona stagnante. 
Con un sistema politico in bilico, un caro bollette che strozza le famiglie e le imprese, che mette a rischio anche la salute delle persone (una famiglia su quattro non potrà permettersi di accendere il gas quest'inverno), abbiamo proprio in questi giorni l'esempio delle Gran Bretagna; abbiamo anche davanti a noi l'esempio della politica di casa nostra, mai davvero mai così lontana dalla realtà.


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