L'energia che non c'è

Accendo il fuoco sotto la caffettiera per il mio caffè mentre scrollo la pagina del tablet alla ricerca un po' curiosa, un po' annoiata di notizie interessanti. Devo cercarla bene leggendo bene fra le righe che parlano di politica, di atlantismo (trovo sempre divertente quando escono all'improvviso nuovi termini-tormentoni) e di calcio.
La fiamma prodotta dal gas è azzurra, illumina l'altra parte della cucina; poca luce è mattino, serve tempo.
Eccola la notizia che cercavo, quella che non parla di promesse politiche che non saranno mantenute, perché lo sappiamo noi per primi, noi che votiamo, che finirà così. O meglio, mi correggo, non è solo politica direi piuttosto sociale e attuale. Quel genere di attualità che ti porta inevitabilmente a pensare a domani.
Energia.
E rincari.
Esagerati e folli.
Spengo il gas più per paura del suo costo che per evitare che il caffè fiorisca dalla caffettiera. Verso nella tazza extra large tutto il contenuto e mi siedo; inizio la lettura interessato.
Leggo e sorseggio. Sorseggio e rifletto. Provo a farmi una domanda ma non trovo la risposta o meglio, la risposta che trovo non mi piace. Continuo a leggere mettendo in conto che alla fine della lettura potrei essere ancora più confuso.
Il problema quale è? È che l'estate volenti o nolenti sta finendo (d'accordo, la frase l'ho scritta e riletta cantandola ma sono "figlio dei Righeira" non posso farci nulla) e che l'autunno è alle porte. Cose ovvie certo ma che oggi 21 agosto 2022 non permettono di guardare al ciclo delle stagioni con serenità. Tutti gli aventi diritto, ovvero chi era sotto la soglia dei 35 mila euro di reddito ha ricevuto ad agosto il bonus di € 200,00 per affrontare i rincari legati ai costi dell'energia elettrica, che i condizionatori, i frigoriferi (per citare due elementi a caso) consumano di più. Soldi che sono nella migliore delle ipotesi finiti subito, presto, persi in una spesa un po' più abbondante, in una bolletta certo, in ferie perché no, comunque finiti. E quando sino finiti, essendo un bonus una tantum, ovvero un aiuto una sola volta, che si fa?
Essendo domenica si potrebbe consigliare una prece, un rosario invece si invoca la politica, quella che a questo punto verrà dopo il fatidico e pure un po' fastidioso, 25 settembre 2022. Perché c'è una buona fetta del mondo imprenditoriale appartenente a tutti i settori economici che tira per la giacca il mondo politico? Perché i protagonisti sulla scena politica attuale (odierna direi visto il via vai di eleggibili caduti vittime del loro passato da leoni da tastiera) hanno fatto cadere il governo Draghi, stoppato la sua Agenda che ora sembra fare gola a tutti. Di fatto queste persone qui hanno bloccato, diciamola tutta, hanno messo a rischio l'economia del paese perché il celebre Pnrr che in parte povere vale 209 miliardi di euro per l'Italia rischia di fermarsi, di sparire, perché una delle condizioni è legata alla stabilità di governo. È oltretutto un piano che non prevede variazioni, ritocchi o ritocchini come persona di una certa età vogliosa di un lifting una tantum, no. Questo è e questo dovrebbe rimanere al di là di quello che esprimono nenti politici evidentemente da tanti anni, da sempre addentro il mondo politico da non aver mai provato "l'ebbrezza del lavoro dipendente" (ce ne sono, lo sappiamo tutti). 
Se salta il Pnrr che succede? Perché stamattina che è domenica, di agosto, che ho ricevuto i miei € 200,00 una tantum mi dovrei preoccupare?
Perché fra poco sarà settembre, arriverà l'autunno, potrebbe fare freddo, si accenderanno le luci prima, i riscaldamenti e tutto questo continuerà ad avere un costo, un costo che in un solo anno ha decuplicato il suo prezzo. Si parla di prezzo al megawatt/ora per il gas naturale quotato al mercato di Amsterdam (basta digitare su Google queste tre parole) € 261,00 al megawatt/ora contro gli € 27,80 di un anno fa, si avete letto bene non ho scordato o aggiunto zeri.
Il caffè lo bevo quasi d'un fiato, continuo a leggere mentre mi gratto il mento.
Cosa c'entrano queste cifre con le elezioni nel mio strampalato paese? 
C'entrano nella misura in cui industria e GDO, la grande distribuzione organizzata (gli ipermercati, fate voi quali), dovranno fare i conti con un sistema conservativo e produttivo che non permette di mettere la sera l'interruttore su off: catene di produzione, frigoriferi per lo stoccaggio di derrate alimentari, e via discorrendo che credo l'esempio sia chiaro. E per farlo andare e produrre servirà denaro per alimentare la spesa energetica che sia gas metano o elettrica. E il costo che ricaduta avrà? Sul prodotto finito: sul chilo di caffè per caffettiera, sulla felpa per l'inverno, sulla pasta, sul barattolo (anche produrre una conserva ad esempio ha una filiera di costi rincarati dal vetro, all'alluminio, alla carta), su tutto in parole povere. 
La guerra in Ucraina, la scelta di Gazprom nel chiudere i rifornimenti di gas all'Europa c'entrano fino ad un certo punto perché il problema sorto in questi mesi bellici è legato al fatto che non sappiamo creare un'energia alternativa, non si vuole forse, temo per poca convenienza a certi livelli.
Di colpo in una estate è mancata la pioggia che ha seccato anche le dighe dai cui invasi usciva energia elettrica. Nel nord dell'Europa è mancato il vento per favorire la produzione di energia eolica. Tanti fattori negativi uniti uno all'altro, si spera difficilmente ripetibili.
Tutte queste problematiche hanno fatto emergere all'Inter dei nostri confini una situazione economica ed industriale deficitaria, fatta di norme e normative difficile da comprendere per chi come me beve il caffè di buon mattino e poi timbra il cartellino e basta.
Soluzioni a parte gli aiuti legati al Pnrr da Roma e dintorni non se ne vedono, se ne leggono dalle varie zone e macro zone italiane e vengono dagli industriali, quelli che hanno ben chiaro al momento (più di noi persone normali e sicuramente più degli appartenenti al circo politio) quanto costerà l'inverno. In termini di costi e di sacrifici.
Voci ci tranquillizzano spiegando che abbiamo noi Italia, scorte per l'inverno, che il buon Draghi ha stretto accordi per forniture di gas con paesi non sovietici, ma anche il gas algerino ora come ora sortisce lo stesso effetto di un miraggio.
Oggi come oggi abbiamo interi comparti produttivi legati alle sorti del voto, e già così la frase dimostra tutto il suo controsenso.
C'è da sperare, con fede e preghiera, con un rosario in mano, che può a, che diluvia, che si alzino raffiche di vento gelido dal nord, che la guerra finisca (parentesi: bisognerebbe capire chi effettivamente ora, in questo preciso momento storico, ha interesse a continuarla...), che il carrello della spesa si possa riempire senza discutere di Targa, Tan ed Euribor, che chiunque vinca le elezioni protegga il Pnrr e i soldi che l'Europa ci ha garantito.
Penso serva quasi un miracolo messa giù così, semplicemente.
Il caffè è finito, la domenica poteva iniziare meglio, decisamente. C'è un sole pallido che sta sorgendo. Spengo tutte le luci, istintivamente controllo che il gas sia chiuso. Bene, non mi resta che stendermi ancora un po' al buio, a zero consumi.

Commenti