Il senso di fastidio

Non è per la foto, non è per il cartone animato, non è per le promesse non mantenute, non è per l'appoggiare questo o quel politico (dittatore lo so, renderebbe meglio l'idea), non è per le boutade elettorali ("voi siete città x capitale o provincia di...), non è per le auto elettriche già scariche in partenza. Non sono i video, i tweet H24, lo spulciare nello sporco altrui; non è neanche questo.
Non è per le urla, le promesse che cozzano con la loro reale messa in pratica. Non sono i citofoni suonati nelle periferie, l'uso dei jet privati mentre il paese spegne i lampioni. 
È per come tutto è accaduto, per le tempistiche e le parole usate, per i gesti insensati, per la palese mancanza di rispetto verso i concittadini. È per la spesa inutile adesso delle elezioni, per non aver ancora capito, nonostante tutto, che buona parte dei consensi sono perso, buttati nell'indifferenziata. È la mancanza di vicinanza agli elettori, il dimostrare sempre di più che non sono, Loro, neanche lontanamente vicini ai bisogni degli Italiani. È quel senso di distacco dalla realtà, quel senso di artefatto, di montaggio ad arte che urta. Che da fastidio. Soprattutto urta che con i Loro atteggiamenti mandano l'elettore lontano, lontano dalle urne. Io il 25 settembre cercherò di dire la mia anche se avrò un fastidioso crampo allo stomaco e un evidente senso di fastidio.

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