Quanto è lunga la notte? Quanto è lunga una notte buia e fredda? Quanto è lunga questa lunga notte nel cuore dell'Europa?
Un'estate rovente è trascorsa fra feroci echi polemici sull'appoggio o meno a questo o quel schieramento. Tutto questo mentre a due ore di aereo dai nostri confini scendeva la notte mentre era ancora giorno, mentre manifestazioni pro e contro scendevano in piazza.
Pro Russia, pro Ucraina, contro, contro a prescindere. Armi, dollari, energia, termini entrati nel quotidiano di tutti noi. Chi ha colpa di cosa? E chi ha iniziato per primo e per che cosa?
Noi da questa parte dell'Europa, del conflitto, osserviamo, ci facciamo un'idea, la condividiamo, postiamo sui nostri social lo sdegno per la guerra, per le stragi, per i caduti del fuoco amico o di un attentato senza firma.
Postiamo idee, teorie, insulti per ribadire una convinzione che ognuno è libero sempre di avere, senza luci sulla testa, senza torce alimentate a batterie perché l'elettricità lo stato la sta razionando o nel peggiore delle ipotesi l'altro stato, l'invasore, bombarda, distrugge, annienta ogni fonte energetica. E nel mezzo chi ci sta?
C'è un popolo che vive la notte di giorno e di notte, al freddo, lontano dalla propria casa, sottoterra mentre qui, dall'altra parte dell'Europa postiamo, protestiamo, magari ancora stesi al sole della spiaggia e spegniamo lo smartphone, il tablet e ci purifichiamo laicamente l'anima. Mettendo la protesta su "offline" fino all'indomani. Domani che adesso che l'autunno è arrivato, che l'inverno busserà presto o tardi, per noi assomiglia ad una salita ripida dove rischi di scivolare alla più piccola distrazione solo se ti fermi a guardare oltre confine. Sembra.
C'è ancora, lo siamo ancora è più corretto forse, un paese diviso idealmente dall'inizio della pandemia ad oggi fra pro e contro, non importa cosa, l'importante è farlo capire. E ci si riesce più o meno. Ed è iniziata la caccia alle fake news, alle clickbait (le notizie esca cui più di qualcuno crede) per smentire i filo russi, i filo ucraini, i filo italiani, gli atlantisti (facciamo parte della Nato, ne abbiamo fatto parte sempre, ne condividiamo le strategie con buona pace di tutti i criticoni) e sicuramente avrò perso il bandolo della matassa con tutti questi fili. E fra tutti i fili vedere grandi città e piccoli agglomerati urbani illuminati solo dalle esplosioni, dalle luci del traffico somiglia molto ad un pugno allo stomaco.
Commenti
Posta un commento