Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande

E adesso che le forze dell'ordine sono entrate nelle stanze all'apparenza impermeabili di Bruxelles non ci resta che attendere. 
L'evoluzione delle cose per capire come, perché, chi, per cosa.
Soprattutto quali conseguenze avrà il cosiddetto Qatargate sugli equilibrio del Parlamento europeo.
E le forze dell'ordine non sono entrate solo nelle stanze del Parlamento ma anche nelle lussuose stanze di alberghi e case private degli europarlamentari.
Persone sensibili alle frasi dolci degli emissari qatarioti; promuovere scambi commerciali chiedendo in maniera subdola di parlare bene del proprio paese (Qatar), di scordare che i diritti civili sono negati, che gli emiri arabi siano mandanti di omicidi (il giornalista Kashoggi) e colpi di stato.
Che siano molti di più gli italiani coinvolti rispetto ad altri paesi ci dà la conferma che il malcostume sappiamo purtroppo per noi esportarlo.
Lascia l'amaro in bocca sapere che il grado di corruzione, favoritismo a macchia d'olio abbia attecchito in una maniera così profonda; tanto da riproporre l'immagine del politico, o dell'assistente, fermato dalle forze dell'ordine con la valigia piena di banconote.
Lascia l'amaro in bocca che una volta di più questo strampalato mondiale Fifa evidenzi un aspetto negativo non uno positivo; lascia l'amaro in bocca il silenzio degli europarlamentari, coinvolti o meno, non abbiano detto una sola parola sulla situazione qatariota o saudita.
Né prima, prima delle cerimonie, delle promesse di adeguamento, né dopo a calcio d'inizio avvenuti, quando il contatto con il mondo qatariota si era fatto quantomeno più chiaro e continuo. 
Resta l'impressione di un europarlamento alla mercé degli emissari arabi (a me ricorda il fantomatico arabo Daniele Formica che circuisce per il padrone Renato Pozzetto in "Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande", film commedia con trama evidentemente non così improbabile), capace di trasformare uffici finora quasi top secret in piccoli, privati e confortevoli sūq, mercati arabi. E non ci sono cammelli da contrattare, piuttosto vacanze ben retribuite, a questo punto immagino forzieri di dobloni e ricchezze cash. 
Il fatto di aver reso il Parlamento europeo un mercato arabo capace di chiudersi nel silenzio quando l'argomento riguarda i più semplici diritti civili è devastante per l'idea che da Bruxelles è sempre arrivata a noi comuni cittadini europei.
Dalle news delle varie agenzie non sono solo un gruppo ristretto di quattro "mariuoli" (cit. Craxi Bettino ai tempi di Mani Pulite) e di qualche assistente troppo zelante ma piuttosto un sistema ben oliato, con meccanismi già pronti ad essere unti. E sempre noi comuni cittadini scopriamo che mentre il superiore, l'europarlamentare, tesse le trame per il futuro e al tempo stesso organizza un weekend costosissimo ai Tropici o prende appuntamento per un rogito da pagare in cash (ecco, sto zitto sul collegamento tristemente ironico sul limite al contante in Italia...) nei sottoscala del Palazzo che però potrebbe avere il contorno le luci a led sofuse, poltrone comode in velluto e il perlage di una coppa di champagne appoggiata sul tavolino un oscuro e anonimo assistente trama, discute, promette, incassa "in nome e per conto di" il premio, la preziosa ricompensa solo per gettare fumo negli occhi al mondo intero e dire che li, un Qatar in questo caso, si sta bene, i lavoratori non muoiono perché vivono e lavorano in condizioni tremende, che i diritti civili ci sono e sono applicati a tutti, chiedetelo in Qatar (certo se poi nessuno ma proprio nessuno protesta, appartiene a qualunque comunità siamo noi chiusi nei confini dalla UE a voler guardare male). 
Continuerà questa inchiesta, perché non possiamo pensare davvero che fosse solo uno sparuto gruppo di "euroladroni" a piegarsi ai voleri degli emiri.
E mi vengono in mente i recenti complimenti al mondo qatariota per l'innovazione, prima ancora i plausi prezzolati temo al Rinascimento arabo....
Emiri che affermano beffardi, serenamente appoggiati al tavolo in marmo italiano che gli operai vengono ben retribuito e trattati umanamente, se poi sfortunatamente muoiono, è la morte in se un fatto naturale.
Non dice l'emiro, che altro conto ancora è cercare di avvicinarla il più possibile con la schiavitù.

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