La coda dell'inverno arriva una domenica di fine febbraio con il vento che sferza alberi, finestre, anime e cuori.
L'aria è fredda, il cielo colore del piombo e l'acqua del mare ruggisce grigia contro le coste.
L'acqua del mare non ti lascia respirare, è ghiaccio che ti entra nei polmoni e mozza il fiato.
La costa è a poche bracciate dalle onde che ti legano le braccia, le gambe. E ti spingono verso il fondo.
Il caicco ha due alberi ed è adatto alla pesca, è di origine turca, a poche miglia dalle porte dell'Europa.
Dell'Italia prima ancora.
Il caicco non sempre esce con le giornate di vento e il mare grosso.
È una domenica di fine febbraio, il vento ingrossa il mare, l'Europa è ferma che aspetta un attracco che non arriva. Che non può arrivare mai.
Ci sono aspetti che non vengono mai definiti pensando alle persone, a occhi che guardano e cuori che battono.
Si guardano numeri, cifre, fondi che poi non portano a nessun risultato tangibile. Sono argomenti che restano chiusi in cronaca e sono utili per campagne elettorali.
Servono i "cattivi" in ogni storia e in questa storia abbiamo dato ai "cattivi" il volto di uomini, donne e bambini che alle spalle lasciano quella vita che non lasciava loro speranze.
E se in senno a questa Europa così divisa gli sbarchi sembrano un "affaire" solo italiano e per l'Italia è un "affaire" che riguarda tutta l'Unione.
O più vigliaccamente una questione che si chiude ministerialmente con un "Non dovevano partire", ma detto comodamente a casa, dentro la vita che ci si è costruiti.
E gli sbarchi, governo di destra o governo di sinistra che sia, sono continuati, continuano, continueranno probabilmente, senza cambiare mai le immagini che riempiranno televisioni e giornali.
Una domenica di fine febbraio con il vento che sferza il viso il caicco probabilmente non vede la secca davanti le coste, probabilmente chi conosceva la rotta da seguire prima della secca è salito a bordo di un'altra imbarcazione per andare lontano e magari ricominciare con un'altra imbarcazione.
Il caicco si spezza, gli alberi non reggono vento e onde.
"Non dovevano partire"...
Il mare restituisce uno alla volta i corpi degli occupanti; sono donne, mamme, bambini, figli, uomini.
Fa freddo in questa domenica di febbraio, un freddo gelido che spacca cuore e cervello.
Inizia una conta che non sarà facile terminare.
I soccorsi si muovono al freddo, dentro la stessa acqua gelata che non fa muovere gambe e braccia.
Altrove si alzano altre urla, isteriche, precompilate, sbagliate ed incapaci.
È una domenica di fine febbraio, il vento sferza alberi, finestre, spiagge.
In Calabria fa più freddo, quel freddo che ti entra nell'anima e non ne esce più.
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