Elezioni di inizio anno

Lunedì 13 febbraio 2023 ore 15, le elezioni amministrative sono ufficialmente terminate. Chi ha vinto?
I soliti verrebbe da dire, il centro-destra, in Lazio come in Lombardia. 2-0 sul centrosinistra disastrato, 2-0 sul Terzo Polo impalpabile come chi lo rappresenta.
E anche 2-0 sull'assenteismo ormai triste consuetudine delle ultime tornate elettorali.
Vittoria netta quindi della coalizione di governo, di quei candidati messi alla gogna durante la pandemia come il governatore lombardo Fontana, capaci però di recuperare consensi e voti. O del laziale Rocca, candidatura questa forse mai messa in discussione i mesi precedenti.
Se nella coalizione di governo si gode, giustamente, della vittoria ottenuta (Meloni, Berlusconi e Salvini a conti fatti hanno saputo mantenere gli equilibri interni già decisivi nella tornata elettorale di settembre) all'opposizione si cerca di sembrare comunque vincitori nonostante la scoppola incassata. Anzi, si da un valore pesante a dati quantomeno discutibili; il tema in fondo è lo stesso già discusso a settembre ovvero quello dei non votanti, quella frangia un crescita di assenteisti usata ormai più per sminuire chi vince che per analizzare il proprio risultato.
Dimenticando la cruda realtà: se c'è un fenomeno crescente di assenteisti c'è per tutti gli schieramenti in campo. 
Il centrosinistra non ammette che forse c'è n'è di più fra i propri ranghi che nello schieramento opposto e cosa ancora più grave non va alle radici di questo fatto.
Nessuno si è chiesto "perché?" anzi, piuttosto si è cercato di sentirsi comunque vincitori, una di queslle vittorie che non puoi neanche definire di Pirro.
Mentre la coalizione di governo quindi può amministrare due delle regioni più "pesanti" (politicamente ed economicamente, della nazione all'opposizione ancora si cerca di dare un nome al segretario PD, proprio così.
Accade che in una tornata elettorale così importante dopo le politiche del 2022, la sinistra (minuscola) si presenti senza un segretario in carica ma con uno già dimissionario, desideroso di togliersi dai giochi (e probabilmente nostalgico dei suoi giorni parigini). Di più; il giorno scelto per eleggere il segretario, nelle segreterie di partito e nei gazebo, è stato lo stesso delle amministrative, quasi a certificare che chi se ne sta uscendo se ne lava le mani e la coscienza del risultato finale e chi arriverà (Bonaccini o Schlein, attualmente governatore e vice dell'Emilia Romagna) non sentirà addosso il peso della sconfitta. Sconfitta invece è stata, di tutti, segretari, dirigenti e iscritti, perché sono anni ormai che la sinistra tale non lo è più, sono anni che si dimostra incapace di dimostrarsi politicamente vincente. Sono anni che si spezza in mille sotto partiti, movimenti e coalizioni innaturali (adesso soffia aria di crisi anche nel Terzo Polo fra Renzi e Calenda) lasciando campo libero agli altri; in principio fu Grillo, ora il centrodestra.
Ecco, agli assenteisti dovrebbero spiegare le ragioni di tutto questo e ridare luce alle disillusioni della base.

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