È l'odore della malta, quel sottile strato di polvere a sporcare di bianco i pantaloni in tela blu. L'odore di cantiere, di qualcosa in costruzione.
È una goccia di malta ormai asciutta sul giubbotto da lavoro.
È la malta che si secca sulle mani, sulle dita.
È la pasta lavamani che profuma di limone, che graffia delicata la pelle, che pulisce le mani dalla polvere del cantiere.
È l'anta con lo specchio dell'armadietto del bagno di casa, l'oggetto posto più in alto.
Sono le mani del mio papà dopo un giorno a lavorare nel cantiere.
Sono io che lo guardo e di nascosto prendo un po' di quella pasta dalla consistenza sabbiosa e la passo sulle mie mani.
È quando finalmente arriva sera e il papà torna dal lavoro.
È Mario, il mio papà.
Commenti
Posta un commento