Il diritto di essere felici

C'è una presidente della Corte di Giustizia della UE che ribadisce in maniera ineccepibile un concetto basilare sulla tutela dei diritti dei figli delle coppie omosessuali, ci sono Sindaci che ricevono direttive dai Prefetti per non registrare all'anagrafe entrambi i genitori di figli nati dalle stesse coppie, c'è un Ministro che si appella alle sentenze in merito di maternità surrogata e utero in affitto (quello dell'Interno che invia circolari agli stessi Sindaci e Prefetti e chiede aiuto all'Avvocatura di Stato) e un altro Ministro intollerante, chiuso nella fermezza con cui evita-rinuncia, ogni dialogo con le parti in causa più direttamente coinvolte nella questione: il Ministro della Famiglia. Il tema della discussione-scontro? I diritti dei figli di coppie omosessuali.
Tema che scotta, difficile da affrontare nella sua complessità con un simile clima all'interno sia dell'Unione Europea che dei nostri confini.
Se il Presidente  della Corte di Giustizia UE, Lenaerts, chiarisce (spiega verrebbe da dire) che gli Stati membri della stessa UE devono riconoscere e tutelare i diritti dei bambini delle coppie omosessuali appare chiaro come lo scontro fra Italia, paese membro, fondatore, dell'Unione e gli altri Stati membri sia ormai in corso. All'interno dei confini c'è un Governo che sembra interpretare le leggi con un occhio chiuso ed uno aperto. 
È chiaro che è un argomento spinoso, difficile, pieno di spigoli ma non inaffrontabile.
Per competenza spetta al Ministro dell'Interno Piantedosi consultare le sentenze emesse in merito, inviare alle Prefetture quindi le circolari del caso (come avvenuto a Milano), chiedere consiglio all'Avvocatura di Stato quando i Sindaci si oppongono. Nulla di sbagliato se non fosse che nessun altro rappresentante del Governo, questo, ha spiegato, motivato leggi, punti di vista, opinioni, voci, qualcosa. Oltre a Piantedosi spetterebbe al Ministro per la Famiglia Roccella intervenire ma lo stesso ministro anche quando tirato per la giacchetta dai Sindaci non risponde, non partecipa, forse memore del salto all'indietro già compiuto a suo tempo sullo stesso tema? Lo stesso Premier Meloni tace, tace così forte da dare vita ad una forma di autogestione dei primi cittadini italiani, naturalmente quelli del centro-sinistra.  
Perché le parole del Presidente Lenaerts trovano la prima applicazione vera, tangibile non nelle circolari inviate dalle stanze dei ministeri ma nelle città, nei paesi dove viviamo il nostro quotidiano. I Sindaci sono i primi ad avere chiaro il polso della situazione dei bambini, dei genitori, delle famiglie. Spetta a loro per primi garantire la tutela dei diritti di tutte le parti in causa. Perché "un bambino figlio di coppie omosessuali" (che già scriverlo così è stridente e fastidioso) non è un oggetto, uno slogan da campagna elettorale. È una persona che vive, piange, ride, respira, come tutti gli altri, con una famiglia a sorreggerlo e guidarlo. E ha bisogno da parte dello Stato in cui vive di tutela e diritti. Come gli altri bambini con cui vive, interagisce. Non può venir meno questa tutela. 
La difficoltà maggiore, per un ovvio concetto naturale, si ha quando il figlio è di una coppia composta da due uomini (con due mamme per la stessa motivazione genetica è più "facile" registrare in Italia il bambino) ma non è ammissibile che su questo ostacolo non si possa lavorare e superarlo, modificarlo.
È evidente che ora, in questo preciso momento storico nel nostro Paese manchi la volontà di accettare il discorso, manchi la voglia di accettare rapporti famigliari diversi da quelli tradizionali.
Che poi la famiglia tradizionale con mamma e papà dove sta scritto che è quella perfetta? Si potrebbe aprire un falso e di casistiche su questo aspetto...
Il Governo, questo, non dimostra volontà di dare tutela a questi bambini, che non hanno colpe, che anzi vengono discriminati, vengono resi protagonisti loro malgrado di uno scontro politico forse più che ideologico. Il bambino che nasce va tutelato non può essere considerato un minus. Va tutelato anche chi lo ha voluto, lo ha desiderato e lo farà crescere. 
Questo si chiama Stato di Diritto, si chiama Paese civile.
È difficile davvero capire questo Governo e le sue politiche, i silenzi dei Ministri, le scelte europee; sul tema dei diritti civili violati nell'Ungheria di Orban, l'Italia ha scelto di non aderire alla causa UE, forse convinti che vietare riferimenti omosessuali nei libri di scuola, nei programmi per bambini, nei cartoni animati e nei film sia perfetto, il modo corretto di educare chi rappresenta il nostro futuro. Dev'essere senz'altro così perché non l'ha detto poi il Premier Meloni ma il Ministro alle Infrastrutture Salvini... 


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