Decreto Alluvione

È mattina, piove.
È primavera.
Una di quelle mattine in cui il calendario non pare essersi aggiornato. È primavera ma sembra essere autunno; troppa afa e troppa pioggia, vento ed umidità. Penso a Greta, agli studenteschi "Friday for the Future", il "climate exchange", le stagioni climatiche attuali così diverse da quelle di quando ero bambino. 
È mattina, una mattina di primavera che piove e ho un tempo minimo per me per leggere un giornale prima di andare al lavoro.
Piove non solo qui a Nord-Est, no.
Piove, ha piovuto eccome anche e soprattutto altrove. Altrove, dove ci sono ricordi, parenti, amici e colleghi di lavoro. Che adesso come molti altri stanno "ricominciando a vedere il pavimento" dopo aver spalato per giorni fango e ricordi, oggetti familiari e quotidiani.
In aiuto, leggo sulla stampa, all'Emilia Romagna è arrivato il Governo, dopo il rientro dal Giappone del premier Meloni e la successiva visita ai paesi alluvionati, approvando ieri, 23 maggio 2023, il Decreto Alluvione. Per importo quasi una mini finanziaria indispensabile però a ridare forza, respiro e spinta alle popolazioni e alle imprese così duramente colpite dagli eventi. 
Non entro nel merito del perché non sia stato possibile dirottare la stessa somma dai fondi del Pnrr (polemiche e giustificazioni, spiegazioni ed illazioni nei giorni scorsi si sono susseguiti) ma già il fatto di avere subito pronto un decreto lo si può considerare un buon passo avanti.
Adesso resta ovviamente il passaggio più complicato ovvero il risanamento e la messa in sicurezza della Romagna, di strutture, infrastrutture e territori. Non sarà facile superare tempi ed ostacoli, dispersioni di risorse,polemiche ma dopo la gente comune tocca a chi amministra rimboccarsi le maniche ed intervenire.
Sul campo adesso, dopo aver approvato il decreto che vuol dire aiuto, sostegno.
Sul campo con aiuti puntuali, aziende e famiglie tutelate e sostenute dallo stato.
Ma sul campo anche dopo che l'ultima traccia di fango sarà sparita, dopo che l'acqua sarà asciugata, le case tornate ad essere luogo sicuro.
Fondi che dovranno essere usati anche dopo, ad emergenza finita intervenendo sicuro su infrastrutture, scuole, industrie, alvei, fiumi, argini, zone sicure: sul territorio a 360°, senza pensare o guardare al colore di governo, al Commissario che coordinerà l'emergenza, i fondi.
"Tin bota", si dice in Romagna, "tieni duro". Lo si farà, lo faranno, lo stanno già facendo.
Come sempre.

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