E se fosse una drammatica illusione, una fantapolitica invenzione come uno di quei troll inventati ad uso e consumo del mondo occidentale per ripulire la facciata della Russia, consuetudine consolidata negli ultimi anni. Le agenzie di stampa, tutte, hanno iniziato a descrivere quanto sia debole il potere nelle mani di Putin, Zar del nuovo millennio capace di trascinare una metà del Vecchio Continente dopo la rivolta lampo del sodale Prigozhin e la sua Divisione Wagner con l'occupazione della città di Rostov sul Don (sede per altro del comando militari che segue l'Operazione Speciale in Ucraina, il comando di guerra in parole povere e dirette). Occupazione che ha assunto nello scorso weekend dinamiche sempre più controverse e piene di zone d'ombra assimilandola quasi ad una lunga sosta sulla via del ritorno; quale ritorno però? Soprattutto dove? Da quando il cosiddetto cuoco di Putin ha lasciato l'Ucraina puntando il dito contro il vecchio amico di San Pietroburgo colpevole a suo dire di non inviare più munizioni e rifornimenti alla Divisione Wagner, l'ultima immagine giunta ad Occidente è quella di un attempato signore che tende mani alla folla dall'interno di un suv nero diretto chissà dove, inseguito all'apparenza da un mandato di cattura per la rivolta tentata, forse solo pensata. A tendere la mano al miliardario ribelle un altro dei sodali di Putin, lo zar di Minsk Lukashenko, sempre attento a quanto capita nella Madre Russia, incapace di una vera e propria indipendenza da Mosca per le drammatiche condizioni economiche e sociali della Bielorussia, ad un passo dall'essere coinvolta nella sciagurata Operazione speciale in Ucraina. Pare che Minsk sia l'ultima tappa del padrone della Wagner, l'ultimo presunto esilio dorato, l'aiuto di Minsk al sodale in disgrazia in nome dei bei tempi passati. Quali? Il mondo Wagner è un mondo paramilitare, già abbondantemente noto nelle tragiche cronache siriane cui ha aggiunto le atrocità in terra ucraina, ma non è più solo questo. E' un mondo economico, lecito ed illecito, il braccio armato scelto da Putin per allungare sull'Africa più povera e sulle sue ricchezze l'influenza russa. Influenza che ha trovato campo libero nel vuoto lasciato dalle truppe francesi. Insegne Wagner sono presenti, militarmente ed economicamente nella Repubblica Centraficana, nel Burkina Faso, nel Mali, tutte nazioni ai più sconosciute, ignorate spesso e volentieri ma al centro di un determinato mondo, quello economico forti della florida presenza di miniere e materie prime che partono dall'oro e a scendere toccano buona parte delle materie prime cui il mondo ha necessità. La Divisione Wagner possiede letteralmente parte di queste ricchezze, di riflesso le possiede Putin e facendo sempre un rapido calcolo da bar, la stessa Divisione "guida" o influenza il traffico di migranti verso l'Europa (e in questo gioco fantapolitico potrebbero rientrare le posizioni ferree e contrarie ai dettami della UE di Polonia ed Ungheria, ma questo è completamente un altro discorso, molto più ampio). E adesso quindi cosa ne sarà o ne è stato di Prigozhin, dei milioni di dollari in contanti presenti nella sua camera di albergo, dei troll creati ad arte dalla rete informatica della Wagner (troll più cliccati di quelli dell'agenzia di stato Tas...), dei suoi soldati ed accoliti ora che Putin ha iniziato in Russia una nuova stagione delle purghe di staliniana memoria. Che ruolo ha, avrà Lukashenko da qui in avanti? E l'eterno guerrigliero Kadyrov, riapparso in questi giorni al fianco di Putin? Quella passata è stata una settimana che ha lasciato più sospetti e ombre che certezze. Una quantità di domande senza risposta. Certo è che il ruolo attuale della Bielorussia, dove sono sempre presenti in gran numero i soldati russi, inquieta la vicina Lituania in ottica futura e inquieta l'Ucraina con il nord del paese a rischio invasione. La speranza di un cessate il fuoco è ora, pesantissima, nella mano del Vaticano, nella figura del cardinale Zuppi che fra le tante cose dette ha rimarcato ai presenti e a chi ascoltava da lontano che si parlava di più, Occidente ed Oriente ai tempi della Guerra Fredda, e per tutti gli avvenimenti che questa ha portato con sé significa molto.
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