Jermain e Bradley

Bradley tifa Sunderland.
Sunderland è una città piccola e giovane (è città dal 1992 in occasione dei quarant'anni di regno della regina Elisabetta II) del Nord-Est dell'Inghilterra. Ha due soli ponti che collegano la parte nord con quella sud e il Wear, il fiume che l'attraversa sfocia diretto nel Mare del Nord, sul cui lungomare si sviluppa.
È una piccola città di mare, piovosa.
È in alto, nella cartina geografica, in quel nord che non è quasi più Inghilterra e che non è ancora Scozia. Quel nord dove l'inglese non è corretto, pulito come a Londra, è geordie, dialetto dai suoni particolari, subito riconoscibile.
Sunderland come ogni luogo abitato del Regno Unito ha una squadra di calcio che vive in altalena fra divisioni minori e Premier League; qualche titolo in bacheca (sono 6 i titoli di campione d'Inghilterra) regala alla squadra della città il titolo di provinciale di successo.
La maglia e bianca con righe rosse verticali, si chiama Sunderland A.F.C. e nel logo due grandi leoni neri sorreggono lo stemma. E i due leoni neri regalano al club il soprannome di "The Black Cats", in perfetto stile British. 
Come tutte le provinciali del mondo calcistico sforna giovani di successo, di proprietà o in prestito da altri club.
Jermain Defoe no, arriva a Sunderland a 33 anni, dopo un'ottima carriera in club blasonati come il West Ham United e soprattutto il Tottenham Hotspur, entrambe di Londra. Jermain sa giocare, sa segnare, lo fa anche con la maglia bianca della nazionale inglese. È un attaccante veloce, conosciuto anche nell'Europa calcistica. 
Rientra in Inghilterra il 16 gennaio 2015 dopo una fugace esperienza nel calcio Usa, l'Msl a Toronto anche se è Canada. Una di quelle esperienze che si definiscono "da fine carriera".
Rientra a Sunderland nella finestra invernale del calcio mercato, nuovo idolo dello Stadium of Light, casa dei Black Cats. Rientra per segnare, mettere la firma sulla salvezza dei biancorossi e decidere di rimanere anche l'anno successivo. Anche se il club non aspira al titolo, non importa.
Jermain diventa l'idolo dei tifosi, di tutti ma di uno in particolare un po' di più.
Bradley Lowery nasce ad Hartlepool, pochi km a sud di Sunderland, il 17 maggio 2011 con uno scomodo compagni di viaggio.
Respira a fatica, ansima, fatica. I primi giorni di vita nel nord est inglese non sono facili per mamma Gemma e papà Carl. Bradley ha lo sguardo vispo, a volte affaticato. Gioca, ha i capelli castani, corre, si ferma, si affanna, respira forte, fatica.
Ha un compagno di viaggio pesante, con un nome brutto, fastidioso da pronunciare: neuroblastoma.
Il neuroblastoma corre veloce all'interno del corpo umano, si posiziona in zone diverse, diventando fardello enorme per chi lo ospita. I neuroblasti sono le cellule presenti nel sistema nervoso simpatico che è parte del sistema nervoso che controlla anche la respirazione, la digestione e il battito cardiaco. I neuroblasti si diffondono in tutto l'organismo : ghiandole surrenali, collo, torace, o colonna vertebrale. Più spesso il neuroblastoma si manifesta nelle ghiandole surrenali, posizionate sopra i reni o nei gangli nervosi presenti nell'addome.
Bradley e i genitori tutto questo iniziano a conoscerlo troppo presto ma il sorriso del piccolo di casa è uno di quei sorrisi capaci di spostare le montagne. C'è qualcosa però che accende lo sguardo di Bradley e fa sentire meno pesante quel fardello enorme; qualcosa che anche papà Carl conosce, anche mamma Gemma conosce.
Il Sunderland è un club che negli anni dieci del duemila punta alla salvezza, stagione dopo stagione; pochi i campioni che calcano i campi dello Stadium of Light. Defoe segna con la maglia bianca dei Tre Leoni d'Inghilterra e segna con la maglia bianca e rossa del suo club. E' l'idolo dei tifosi di casa, un muro caldo e biancorosso che non manca mai di dare il proprio sostegno al club nonostante i risultati altalenanti.
Bradley entra in braccio a papà allo Stadium of Light, spalanca gli occhi stanchi davanti a tutte le luci accese, l'odore dell'erba verde appena bagnata, i cori della curva; anche affaticato dalla presenza del neuroblastoma Bradley agita le mani coperte da piccoli guanti biancorossi verso la curva, verso il campo, verso i calciatori.
Jermain corre, segna, esulta, cade, si rialza e segna ancora. Defoe in questo momento è il Sunderland.
Mamma Gemma ha lo sguardo serio, lontano sul futuro che forse già conosce e forse non vuole conoscere. pieno d'amore per il suo Bradley quando il neuroblastoma si palesa in maniera sempre più pesante. Quando entrare allo stadio diventa impossibile Bradley segue il Sunderland in tv, nel suo letto d'ospedale. Gemma e Carl lo osservano, sono sempre giorni difficili da affrontare, interminabili. Lo ascoltano anche quando chiede di conoscere il suo idolo: Jermain Defoe. Lui segna, lui, corre, lo applaudono, lui è il Sunderland.
Defoe ascolta mamma Gemma, sorride, con un sorriso sincero, accetta. Certo che accetta.
Basta poco a far cambiare la propria vita, la propria routine quotidiana. Quella di Jermain e Bradley cambierà dal momento in cui il calciatore entra nella stanza d'ospedale del piccolo tifoso, in cui i loro sguardi si incrociano e si legano. 
Bradley davanti al suo idolo allarga gli occhi stanchi, è divertito nonostante i tubi che lo ricoprono, che lo accompagnano ormai da giorni. Jermain si avvicina al piccolo tifoso, un pò sorpreso dall'affetto del bambino, molto turbato da quello che vede, impressionato sicuramente dal coraggio del piccolo e dei suoi genitori. Si china, si abbracciano, con tutta la forza che hanno. Uno di quegli abbracci che non vuoi mai che finiscano. 
Bradley sorprende Jermain con una richiesta inaspettata; "Ti stendi qui a dormire con me?"
La risposta è altrettanto sorprendente nella sua spontaneità.
"Si!"
E tutto quello che chiede è di chiamare il proprio allenatore Moyes per avvisarlo che nel weekend ha impegni e non potrà giocare.
E in questo momento per il piccolo Bradley e per il campione Jermain inizia un'altra vita.
Il Sunderland cerca sempre la salvezza, la ottiene anche nel 2016; quando il piccolo tifoso è più forte del neuroblastoma entra in campo in braccio o per mano al suo idolo, al suo nuovo amico. Entrano in campo nelle gare interne dei Balck Cats allo Stadium of Light assieme, inseparabili, un'unica persona. Anche quando la curva intona i cori non c'è Jermain senza Bradley, anche e soprattutto oltre i confini del nord est dell'Inghilterra.
Il neuroblastoma è un tumore maligno, subdolo, difficile da affrontare. Appesantisce il respiro, rallenta i battiti cardiaci anche quando dovrebbero solo accelerare per la gioia.
A volte va un pò meglio, sembra un giorno diverso dagli altri, e Bradley scende anche in campo; accade nel 2016. Il Sunderland affronta il Chelsea, c'è un riscaldamento da fare, lo fanno entrambi i club. C'è un pallone al centro dell'area di rigore del Chelsea. Bradley indossa orgoglioso la divisa da gioco dei Black Cats e si avvicina al pallone. sulla linea di porta il portiere avversario Begovic. Bradley si avvicina saltellando come un uccellino alla palla, la colpisce con il collo del piede destro; portiere che va a destra, palla che entra a sinistra. rete. Ovazione dello stadio. Sorriso felice, grande come lo stadio del piccolo. Gli occhi vagano felici fra le tribune, sugli occhi di mamma Gemma, di papà Carl, di Jermain. 
Quello è per la Federazione Inglese il Gol del Mese.
Nel 2017, il 26 marzo Defoe a sorpresa torna fra i convocati della nazionale inglese, per l'incontro con la Lituania. Entra sul terreno di gioco di Wembley accompagnato dal suo piccolo amico. Lo stadio applaude, un applauso grande come il mondo. Bradley abbraccia Jermain che respira a fatica, trattiene le lacrime a fatica. Defoe segna la rete che sblocca la partita. Bradley applaude, incita il suo amico, si sbraccia fin quando può, fino a quando il neuroblastoma glielo lascia fare.
Il 2017 vede la retrocessione dei Black Cats in seconda divisione, quella che in Inghilterra si chiama First Division. Sono le ultime partite di Defoe che a giugno dello stesso anno lascia Sunderland per proseguire altrove la carriera. Non si interrompe però il rapporto con il piccolo Bradley Lowery.
L'estate del 2017 è una salita infinita per Bradley che sente il respiro più pesante, faticoso. Fa fatica a continuare la lotta contro il neuroblastoma e il 7 luglio 2017 il piccolo smette di lottare, troppo piccolo per un male così grande.
Jermain Defoe non dimentica però il piccolo, grande amico. Si fa tatuare il suo nome sull'avambraccio, dopo una parentesi nel Bournemonth va in Scozia, ai Rangers di Glasgow, l'altra squadra tifata dai Lowery. Va in gol anche in Scozia e la dedica è tutta per il suo piccolo grande tifoso.
La famiglia non dimentica la lotta di Bradley, il sorriso e la sua forza in quel corpo fragile; da vita alla Fondazione Bradley Lowery per dare aiuto e sostegno a tutti i bambini e le loro famiglie colpite dallo stesso dramma.
Anche il Sunderland e tutte le squadre del nord est come il Newcastle United e del Middlesbrough FC si attivano nel dare sostegno alla Fondazione, supporto alle famiglie ed ai bambini malati, luoghi di svago e stacco dagli ospedali. 
Jermain Defoe nel nome di Bradley ritorna al Sunderland il primo febbraio 2022 per quelle che saranno le sue ultime partite in carriera. Le gioca con la maglia bianca e rossa dei Black Cats.
Si ritira il 24 marzo dello stesso anno, nell'anno in cui il Sunderland ottiene la promozione nuovamente in First Division.
Adesso allena i giovani del club londinese Tottenham Hotspur, segue la Fondazione e ha il cuore carico di ricordi.
Bradley lo segue da un altro luogo ogni volta che entra in un campo da gioco; allo Stadium of Light cantano il coro, non un coro, il coro.
"There's only one Bradley Lowery" da qui all'eternità.









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