Stato attuale: confusione

Stato attuale? Confusione direi, confusione.
31 luglio 2023, giorno di piena estate, di fine Reddito di Cittadinanza, di rincari di tassi e di benzina. E del carrello della spesa? Anche. E dei trasporti? Pure.
Che facciamo quindi?
Non si parte per tre giorni di ferie? Non si stacca un po' la spina dallo stress di lavoro, casa, spese?
Che succede nel paese, quasi così all'improvviso?
Ascoltando tavole rotonde, tavolini da giardino, di commissioni e commissioncine ben prezzolate si presume, non ci arriva, a noi ascoltatori che siamo in fondo la platea elettorale di chi sta attorno a quei tavoli, nessuna spiegazione perché tutto diventa un indigesto zibaldone.
Facciamo due conti veloci: i tassi per voce di madame Lagarde sono aumentati in settimana di un quarto di punto portando il totale a 4,25. Il che significa che chi aveva sottoscritto un mutuo a tasso variabile di circa €400 al mese finirà per pagarne €650 all'inizio di settembre. 
Nelle mosse di madame Lagarde però si legge una sorta di strategia per bloccare la crescita italiana, quasi fossimo noi ora la nuova Grecia: il passato spesso i seg a e bisognerebbe guardarlo e capirlo.
Non solo. Stanno aumentando lentamente, quasi alla chetichella, le spese energetiche delle famiglie e delle aziende.
Le aziende in vero non hanno più il blocco delle tariffe da fine febbraio corrente anno; aumenti che potevano essere giustificati dall'inizio della guerra fra Russia ed Ucraina più di cinquecento giorni fa.
Più però analizzando bene la situazione si nota che non tutto arriva dall'Est Europa, che le fonti energetiche si potevano reperire altrove (Draghi e l'Algeria ad esempio) e fare scorta per gli anni a venire quasi senza patemi d'animo.
E invece? Invece no, aumentano, salgono come se fossimo tornando indietro nel tempo, alle restrizioni energetiche per tutti, case, palazzi e negozi.
Viene da pensare che siano aumenti non così improvvisati, almeno per chi siede su uno scranno a Roma e dintorni.
Non sono solo questi gli aumenti che stanno accompagnando le ferie estive degli italiani.
Prima, quando l'estate stava arrivando gli aumenti hanno colpito in maniera spropositata il trasporto, soprattutto aereo. Aumenti a tre cifre percentuali per tratte interne, per un paio d'ore forse di volo. E una volta a terra, spiaggia, città d'arte che sia si deve fare il conto con gli aumenti delle camere, dei b&b, degli appartenenti. 
Giustificazioni? Nessuna.
Il governo un mese fa istituì un tavolo di lavoro con tutte le compagnie di volo per chiedere giustamente, chiarimenti sui rincari. Ricordo che le compagnie di volo avevano dieci giorni per motivare questi rincari.
Ecco, temo che il tavolo scelto dal governo fosse di Ikea e che probabilmente mancava una brugola, una madrevite perché la risposta non risulta essere mai arrivata. 
La beffa in aggiunta ai rincari è la chiusura di buona parte degli scali aerei della Sicilia, dovuta ad incendia non certo spontanei.
Oggi, notizia fresca del 31/7/2023 il ministro Urso, Ministero Imprese e Made in Italy, istituisce un altro tavolo di lavoro con i rappresentanti della GDO, la Grande Distribuzione Organizzata, per chiedere conto degli aumenti dei generi alimentari e sembra molto che si torni all'indietro come i gamberi. Dalle parti in causa, governo/GDO, nessuna affermazione, nessuna nota, solo dichiarazioni che contengono la parola inflazione e quindi per noi ultime ruote del carro resta nuovamente lo spettro tangibile di ulteriori aumenti sui generi di prima necessità.
Siamo punto e a capo, in difficoltà, sempre e comunque perché è dal 2020 che navighiamo in acque pericolose; in principio fu il Covid, poi la Cassa Integrazione elargita con enormi ritardi dall'Inps a toccare il fondo che ogni famiglia aveva, se ce l'aveva. Poi il rientro, le restrizioni e la guerra, e i rincari, i governi caduti, fatto cadere e votati alla belle e meglio (anche se democraticamente chi preferì assentarsidalle urne oggi non può lamentarsi). Tutto con lo sguardo severo addosso dell'Europa, Von der Layen-Michel da un lato, Lagarde dall'altra, simile ad un avvoltoio malevolo. Una UE simile Mario Brega, "piuma e fero".
E noi qui a pianificare improbabili vacanze, con un solo pieno di benzina da dividere fra andata e ritorno, un pernottamento di due massimo tre giorni e la spesa nel bagagliaio fatta al discount perché fra tutte le cose che aumentano il salario non ci è aumentato, anche se per il governo lo è ma non si è capito bene come e a chi.
Quaranta giorni o poco più e l'estate finirà, sarà settembre, primi giorni freschi, inizio scuola, caro libri e caro trasporto. 
E sicuramente il governo ha ordinato per allora da Ikea altri tavoli.



Commenti