Summit Fao a Roma, Capitale, come un tassello di strategia politica dell'attuale governo con lo sguardo bene aperto sul futuro. Del mondo, prima ancora che del paese. Con un occhio bene aperto anche al Mar Nero e ai suoi giochi di potere, alla Russia ancora in guerra con l'Ucraina, che tiene in ostaggio tonnellate di grano.
Con un occhio all'Africa, magari a quel piano Mattei pronto all'uso e agli aiuti da dare in loco, dall'altra parte del Mediterraneo.
Nel summit della scorsa settimana alla presenza del presidente tunisino Saïed e della Presidente della Commissione Europea Von der Leyen in cambio di un corposo aiuto economico la Tunisia d'ora in avanti collaborerà con l'Italia in tema di sbarchi, di barconi e di immigrati. L'aiuto stanziato dalla UE è stato senza ombra di dubbio "pesante" e morivatore se il presidente Saïed ha promesso aiuto fattivo al nostro paese ed all'Europa. È un tema che va a braccetto con la fame, con il problema alimentare del sud del mondo.
E a Roma si è parlato anche dell'immigrazione che affonda nelle acque del Mediterraneo sogni e speranze.
Il tema non può più essere ignorato dai grandi del mondo.
L'Africa oggi è un continente nel quale alla fame, alla malnutrizione si affiancano schiavitù, soprusi, in parole povere l'impronta violenta dell'Occidente. E questo spettro di una carestia che si espande ogni giorno di più nel Continente Nero a macchia d'olio è legato a doppio filo al conflitto nel cuore dell'Europa, al russo Putin, lo Zar che ha fatto saltare l'accordo sul grano bloccando la flotta di navi deposito già alla fonda nel mar Nero. Uno stop dal sapore strategicamente bellico e che rischia di ridurre alla fame più dura buona parte dell'emisfero sud del pianeta. Già frammentato da guerre e guerriglie portate avanti dai soldati prezzolati della Wagner dell'ex cuoco di Putin, Prigozhin.
Da Roma ha tuonato contro Mosca il segretario delle Nazioni Unite Guterres ma la guerra, anzi le guerre, non sembrano fermarsi ma al contrario, sembrano trovare nuova linfa nelle crisi poltiche dei paesi più poveri, paradossalmente ricchi di materie prime.
Si esce quindi dal vertice FAO con un governo italiano forse agli occhi dei media un po' più forte, che ha l'appoggio della UE ma anche con un nuovo colpo di stato a firma russa in Niger e quindi con uno scenario ormai prossimo di nuovi sbarchi magari dalla Libia.
La fame nel mondo non sembra essere stata discussa e risolta, al contrario.
Commenti
Posta un commento