Ti racconto una barzelletta

Ti racconto una barzelletta, sei pronto?
Allora, c'è un Ministro della Repubblica che parla coi giovani e piange perché la ragazza davanti a lui soffre di ecoansia e ha legittimamente paura del suo futuro. Il Ministro piange perché non sa come spiegarle che non sa trovare la soluzione. Forse piange perché fa parte dello stesso Governo della Repubblica che ha tagliato i fondi per il dissesto idrogeologico della stessa Repubblica e il suo pianto è una maschera. 
Poi c'è un Senatore della Repubblica, sempre quella Repubblica, che twitta o icsa come logo attuale del social richiede quasi cinquanta volte al giorno che non crede molto al cambiamento climatico perché "le stazioni per le rilevazioni delle temperature le hanno messe tutte lungo la binari ferroviari o lungo le piste aeroportuali" quindi in luoghi fisiologicamente portati a rilevare temperature più elevate. E allega ad ogni tweet o ics foto "in loco" con tanto di pin su Google Maps. Pin personale: Senato della Repubblica.
Inoltre c'è un altro Ministro della Repubblica, è lecito chiederci se "delle banane", che appena insediatosi al dicastero delle Infrastrutture (strade, porti, ponti, tutti i luoghi, tutti i laghi) ha dismesso le felpe a tema per indossare la camicia e la cravatta, abbinate a smanicato o giacca a seconda della stagione. Punto fermo il caschetto 626, DPI indispensabile per dimostrare che lui lavora per noi, per unire la penisola italica alla Sicilia con uno stupefacente ponte lasciando le obiezioni ai "signori in tonaca" (ministro, minuscolissimo, della Repubblica docet) che spiegano allo stesso Ministro come una simile opera possa avere ricadute plausibili, giustificabili, di natura illecita.
E se "il Signore (maiuscolissimo) in tonaca" si chiama Don Ciotti si capisce subito nella storia la persona nel posto sbagliato chi sia.
Non ho finito ancora.
C'è un Ministro della Repubblica, sgangherata a questo punto, che opera nel settore turistico, come dicastero e come attività personale, che una volta occupata la poltrona comoda di Via della Villa Ada, o sede del Turismo, elargisce euro con una certa facilità per uno dei sacrilegi più tremendi che si potessero fare con l'effigie della Venere di Botticelli, pubblicizzando un po' a caso l'Italia, la Slovenia, la Kamchachta. Ecco, poi lo stesso Mibistro si scopre che con alcune attività produce buchi finanziari, fa lavorare dipendenti in cassa integrazione e altre cose varie messe qua e là e già fin troppo note. E succede che in Parlamento la tanto sperata, dall'opposizione certo ma anche dal popolo elettore autorizzazione a procedere non venga data, anzi. Fronte unito per salvare testa, scranno e attività del Ministero della Repubblica. I fatti sono noti e mi fermo qui perché il paragone con altri illustri precedenti ci sono e se la persona in questione non ci pensa neanche lontanamente a lasciare il dicastero (in varie zone della stessa Repubblica l'esempio sarebbe più becero ma altrettanto calzante nell'idioma e nell'idioletto di uso frequente) vuol dire che al passato non si guarda, non si capisce.
Ecco, non so a questo punto cosa faccia più ridere in questa barzelletta, forse i Ministri. Di rabbia e nervoso però.

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