Cercando di ascoltare un tg

Ho pensato a provare a vivere una settimana senza pensieri, un periodo piccolo che possa sembrare apparentemente sabbatico, un periodo dentro il quale poter stare fermo, immobile, ad osservare, a leggere, ad ascoltare tutto quello che il mondo circostante voleva io osservassi, leggessi, ascoltassi.
Quei giorni che magari un po' c'è il sole e un po' fuori casa piove, il cielo è grigio ma non fa paura. 
Un attimo breve in cui poter finalmente metter mano ai propri progetti, accendere la televisione per un film scelto a caso appena dopo pranzo.
Appunto, il pranzo ed il telegiornale.
Che è cosa da non guardare quando sei in ferie, quando non vuoi pensare. Ti autoconvinci che lo accendi solo per farti compagnia mentre cucini, mentre provi a sederti, sdraiarti, davanti il PC. 
Già alle prime frasi quasi urlare dal giornalista le parole che sento sono troppo famigliari, direi tristemente e nervosamente famigliari. Per quale motivo?
Per il Governo che comunque sia festeggia il primo anno di vita "governativa"? Quasi.
È un fastidio parlare di governo, uno di quei fastidi paragonabili alla maglia che ti pizzica la pelle, che ti veste stretta: a lungo andare tu stanchi e la butti.
Per la guerra, già la parola in sé sta diventando pericolosamente di casa nelle case degli italiani non senza l'urticante effetto divisorio sempre di noi italiani, costantemente divisi fra pro e contro, in questo caso una cosa che la maggior parte delle persone non sa spiegare oltre che giustificare.
Per cosa allora? Per la parola "femminicidio" sempre più diffusa ormai quasi che facesse parte di un mero e lugubre conteggio. Non infastidisce fa impazzire perché ancora non capisco come possiamo noi uomini architettare e mettere in atto simili gesta, agguati mortali. Impazzisco a sentire quanto questo delittuoso fenomeno sia diffuso. Ragiono con la mia testa, nella coppia ci si prende e ci si lascia, io stesso ci sono passato in un senso e nell'altro ma si deve accettare ogni scelta, il cambiamento, senza odi e rancori. No, non capisco davvero.
Fuori casa piove, quella pioggia che bussa incessante ai vetri.
Il telegiornale racconta; 7na nuova guerra un po' più ad Est dell'Europa, in un posto ameno che si chiama Nagorno-Qarabag (e mi scuso se l'ho magari scritto male ma la memoria mi rimanda questa versione del nome), che non è nuovo a simili cronache belliche, che è l'ennesimo frutto sbagliato dello scioglimento della vecchia Unione Sovietica. Un angolo di mondo in equilibrio fra socialismo ed islam, fra occidente ed oriente, semplicemente in bilico. Conteso e difeso a cicli storici da Azerbaijan ed Armenia. E nella mia memoria quel nome strano ha qualcosa di famigliare come lo sono il Libano, la Siria, l'Iran e l'Iraq. Paesi eternamente in guerra nei miei cinquant'anni di vita. 
Nuova guerra quindi e il pensiero va ai rincari di settembre dovuti all'altra guerra, quella fra Ucraina e Russia.
Rincari che entrano a piè pari nell'imminente manovra di bilancio, quella che per bocca stessa del ministro dell'economia non si sa come fare perché non ci sono soldi, non ce ne sono così tanti e non si sa dove trovarli. Il pensiero mio quindi rimbalza ad un altro ministro, quello che sta gestendo i soldi (sempre di quelli si parla in fondo) del PNRR che dovrebbero ormai essere stati bonificati da Bruxelles verso Roma sotto forma di terza e quarta rata, numeri entrati ormai nella volgata popolare. Ma lo stesso, non ci sono, ma non ci vengono date spiegazioni. Né dove saranno destinati i fondi tolti al PNRR presentato alla UE, né perché non si trovano, né come verranno impiegati al netto del Ponte, quel Ponte sullo Stretto. Sappiamo che la grande colpa pare essere del Superbonus per l'edilizia e tutte le frodi che si è portato dietro, ma poi?
Non ci sono, tanto ci deve bastare.
E la soluzione non può essere trovarli nelle future entrate di condoni e sanzioni non fosse altro che per il fatto che non si possono quantificare "prima".
Ho voglia di spegnee la TV ma continuo; c'è da bloccare l'ondata migratoria dall'Africa, da una certa Africa, cui neanche la promessa di una cascata di milioni di euro ha modificato il modus operandi criminale. Nonostante questo governo abbia a suo tempo sventolato drappi, cenci, accordi.
L'idea ultima dell'esecutivo è allora una tassa al migrante, quasi un ricatto, per andare libero per le nostre strade senza finire confinato nei centri di permanenza. Per altri al limite della capienza da troppo tempo ormai. Un ricatto, un obolo sulla difficoltà umana.
Diventa difficile ascoltare il tg, anche se si tratta di mezz'ora, non un minuto di più, non un minuto di meno.
La pioggia diminuisce di intensità anche se ancora non mi permette di mettere a fuoco le case e i campanili vicini. 
Il telegiornale continua quella che è una sorta di litania, triste e difficile da ascoltare.
Mi convinco a spegnere tutto, col silenzio forse posso pensare ad altro.
Forse.

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