Un anno e i punti dello spread

"Hai festeggiato il primo anniversario?"
Guardo il mio amico sedersi davanti a me. Ha lo sguardo furbo e lo sguardo sornione.
Fingo di non capire, ormai lo conosco da troppo tempo.
"Aspettavo te per stappare una bottiglia di quello buono..."
Risata, sua, fragorosa. Mi conosce anche lui.
"È già passato un anno e mi viene da dire che è passato pericolosamente. Io non so te ma a me le ultime elezioni hanno lasciato l'amaro in bocca e tanta incertezza."
Lo vedo più serio del solito nell'espormi il suo punto di vista.
"Ci sono troppe cose che se ti che non mi piacciono, che non mi tornano."
Lo avevo capito subito, appena seduto al tavolo.
I due aperitivi arrivano accompagnati da delle olive verdi col nocciolo e due piccoli tramezzini.
"Sto leggendo anche io tante cose e ti dirò, tutte che dicono una cosa e il suo contrario. E non riesco a capire di chi è la colpa..."
Dopo un anno di governo di destra, poco centro in verità, tornano spettri che a noi persone normali non riportano ricordi positivi. Tutt'altro anzi.
Quelli che a suo tempo portano il paese a subire una politica di sacrificio e sangue (governo Monti...).
Ma adesso?
Il mio amico inizia la sua intemerata e neanche l'aperitivo fresco lo ferma.
"Sarà l'aria del complotto?
Sarà che si fa il tifo per fare salire li spread? E che cosa è poi questo spread che non l'ho mai capito bene fino in fondo?
Sono gli interessi sui BTP? E perché dobbiamo basarci sugli interessi della Germania? Non ci stanno dicendo da mesi che è in recessione?
Bene ma allora perché aumentano entrambi e a me rimangono meno soldi in tasca, da stipendio a stipendio?"
È un fiume in piena ormai e lo capisco. Difficile davvero capire queste cose, in questo periodo storico per altro.
Provo a spiegarlo con la facilità quasi annoiata con cui l'economista Cottarelli lo spiega in TV ma noi che li ascoltiamo non abbiamo ebtrate tali per magari sorridere. E ci incazziamo un po' di più.
Perché pare di essere ancora nel 2011, nel 2012 e non è un buon vento quello che sta spirando.
"Tutta l'eurozona guarda alla Germania perché è lo stato più ricco e percepito dai mercati come più affidabile..."
Non mi lascia finire.
"Affidabile? Ti ripeto che il Cancelliere Scholz ha smontato il lavoro fatto dalla Merkel, se ne infischia della UE e ora pure questa locomotiva d'Europa sta rallentando, recede ma forse perché va a carbone e ne han poco pure nella Ruhr...vallo a sapere!"
Avremo noi le ricadute peggiori? O il governo?
Sarà colpa dei tedeschi che fanno di tutto senza apparenti intralci politico-economici, anche pagando, per lasciare a noi, nei nostri confini, gli immigrati?
Il mio è un fiume in piena.
"Che poi mi spieghi chi è che fa il tifo per un governo tecnico dopo il primo anno di guida a destra, che il centro dai si è spento...chi vuoi che voglia affidare tutta la baracca a dei tecnici...tecnici? Quali poi?!"
Ha ragione, chi può rischiare di cadere ancora più in basso?
Il tramezzino è morbido, con il cuore bello farcito, alla veneziana si direbbe.
Penso che la parola spread è almeno un decennio che ci spaventa, che tutti più o meno abbiamo iniziato a guardare ai punti, quelli che decidono se sale o si abbassa, ma lo spread cos'è? E perchè ci deve fare paura?
Perchè  lo spread aumenta con l'aumentare della differenza dei rendimenti dei titoli di Sato e i punti vengono espressi in percentuale (100 punti, 1% e via così). E come detto appunto, si usa come nazione di paragone la Germania, la locomotiva del continente,
Che in verità non se la passa bene, ma questo forse è un altro discorso.
"Ti ricordi quanto salì nel 2011? Passò i 300 punti e costò caro al quarto governo Berlusconi."
Quasi mi interrompe.
"Non solo, costò di più a noi la scelta di affidare il governo tecnico a Monti, chissà come mai ben visto ed ascoltato a Bruxelles.!"
Ha ragione, quel governo tecnico fu l'inizio di un periodo di sacrifici e sangue e poco contante.
Riprendo.
"Adesso vedrai che non si ripeterà il 2011; un pò perchè chi vuoi mettere? Draghi se lo sono già giocato, altri non se ne vedono all'orizzonte. Tajani è già ministro degli Esteri e sta cercando di capire la politica estera dello stesso Scholz ma temo che una risposta chiara a Roma non arriverà mai. Pagano le Ong per sbarcare nei nostri confini gli immigrati e questo spiega molti dei fatti accaduti negli ultimi anni nel mar Mediterraneo di fronte alle nostre coste."
Sorseggio il mio aperitivo.
"Adesso mi spiego anche io perchè le Ong sono sempre pronte ad intervenire, sempre a due passi dalle rotte dei barconi."
Sorseggia anche lui l'ultimo sorso di aperitivo.
E' un pò più tranquillo, forse il tramezzino lo ha messo un pò di buon umore.
"Ma che poi sarà vero che i mercati hanno paura di questi due punti di spread con la Germania? Che tutto questo porterà ad un governo tecnico?"
No, non lo credo e sul governo dei tecnici non credo si realizzi.
Glielo dico mentre ci alziamo e andiamo verso la cassa.
"Cosa vuoi che ti dica? Se cade il governo almeno c'è la speranza che una volta per tutte il progetto del ponte sullo stretto non si faccia."
"Dai, che anche per oggi la giornata l'abbiamo fatta, lascia stare il governo, stiamo a vedere."
Grugnisce qualcosa che non capisco, è uno dei suoi mugugni quasi genovesi.

 

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