C'è sempre la campana che suona allo scoccare dell'ora; quel battere vivo di metallo su metallo che quasi ti infastidisce.
C'è sempre il plateatico al centro della piazza vivo, vivere del suo quotidiano fatto di tavolini, colazioni, profumo del caffè, ragazzi che corrono, bambini.
C'è sempre, come ogni mattino il discreto via vai di furgoni, padroncini, che danno la sveglia alle attività dislocate attorno alla piazza con il rombo soffuso dei pneumatici che scorrono sui ciottoli.
C'è il sole, quasi sempre, che entra di traverso dalle arcate dei portici anche quando non splende.
C'è l'odore dei fiori, ciclamini, tulipani, rose, crisantemi, tutti insieme. Colori e profumi che punteggiano la piazza, uno alla volta.
C'è sempre chi ti vende un braccialetto, un libro che parla di Africa, di bambini, di favole e lieto fine.
C'è il sapore del mattino, che la città si sveglia e vive, vetrine e colori che si accendono, shopper bags dai mille colori, persone.
Ci sono sempre perso e, una diversa d'altra che vivono la piazza.
San Giacomo.
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