Gira tutto attorno al denaro, tanto e immediato possibilmente. Anche questo governo come quelli precedenti, spesso accusati da chi ora guida il paese, di diverso si notano solo le sfumature ma il colore dei soldi rimane lo stesso. Come gli stessi rimangono i protagonisti delle vicende. Vicende che si traducono in lavori possibilmente pubblici, a vari livelli, e protagonisti noti ormai, disposti a muovere su più tavoli (e nell'ultimo caso esploso sui media è proprio il caso di dire fisicamente sui tavoli, di ristoranti e locali).
Tutto gira attorno al denaro, bustarelle, mazzette, bonifici, contanti, denaro declinato al momento dell'incasso in ogni suo termine.
Come prima.
Più di prima, se possibile.
Certo, sono solo notizie, veline e lanci di stampa e nulla appare certo, condanna. Di certo però fa amaramente sorridere che ora che il paese ha quella guida politica che puntava spesso l'indice accusatore sugli avversari al governo, urlando al cielo ligneo di Montecitorio "j'accuse" pesanti, eloqui ricchi di termini di spregio, malandrini per invereconde malefatte, tutto il male di questo paese riemerga pari pari a prima, addirittura quasi con gli stessi protagonisti.
Malefatte, furberie che spesso nel tempo politici e politicanti, stampa prezzolata o di parte hanno cercato di ridimensionare, inducendo il lettore più neutrale e di parte ad anestetizzare il ricordo fino a scordarlo.
E ci sono voluti acronimi inquietanti figli di una pandemia, PNRR con la parola Resilienza ritornata prepotentemente in auge, termini presi a prestito dall'inglese per spiegare manovre, manovrine che avrebbero cancellato la corruzione dal paese intero: deregulation. Via il reato di abuso d'ufficio, mano libera a imprenditori, sindaco, architetti, geometri, passacarte, portalettere...in ordine sparso come da dichiarazione ministeriale. Il bel paese pronto a sbranare il mondo finalmente libero da inutili sospetti, i soliti sospetti in realtà.
E i soliti sospettati viene da dire.
Fine della corruzione di stato, figlia della Prima Repubblica; questo il manifesto urlato prima e dopo le elezioni.
Prima va bene, è fisiologico, ma dopo?
Deregulation come Prisencolinensinainciusol ahiahi....un brutto rap per un brutto momento, anche se siamo ancora schiacciati fra le luci dell'albero di Natale e l'attesa per i botti di Capodanno.
Capodanno che ci porterà i soldi del PNRR, temiamo ai soliti noti perché quando i soldi arrivano in quantità anche il cugino che non vedi mai ti chiama per sapere come stai, fantastiche opere pubbliche per collegare il bel paese tutto, come fosse una Paperopoli qualunque. E mazzette, bustarelle, PEN drive, liste di imprenditori buoni (paganti) e liste di imprenditori cattivi (non paganti), i soliti noti e i soliti dubbi di governo già sedutosi al tavolo del cenone natalizio con i dubbi e le stortute del MES che non è stato approvato, che doveva essere approvato, che va be' fate voi, io non lo farei, ma se vuoi...capite?
Deregulation, bustarelle, il solito carrozzone, Italia e il 2024 è pure un anno bisesto.
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