Santo Stefano

Essere sfollati e non sapere quale sarà la fine del cammino. Né dove sarà la sua fine.
Sfollati fra la polvere, nel cuore dell'Europa prima, nel freddo gelido di campagne spoglie, brulle e nel caldo arido dei territori del Medio Oriente.
Città prese militarmente, incivilmente, crudelmente, protagoniste loro malgrado della cronaca bellica del Terzo Millennio. 
Ci sono i cecchini, nascosti, invisibili ma presenti, ci sono gli uomini e le donne, giovani ed anziani, i bambini, i più piccoli ed indifesi. Neanche oggi che è il giorno del primo martire cristiano, quel Santo Stefano lapidato dopo Gesù.
Nulla di ferma perché se è tanto vero che i popoli vogliono la pace è purtroppo verissimo che il Potere non vuole la pace.
E assieme agli eserciti, ai soldati, ai ribelli, ai profughi, agli sfollati senza meta e senza pace ci sono le nuove tecnologie belliche (che nel settore pare non esserci crisi per le nuove, letali, idee), nuovi termini tecnici che entrano diretti nel linguaggio comune di chi ascolta.
Una cosa colpisce in questi ultimi due conflitti in corso: la presenza dell'Iran, stato canaglia per antonomasia, sui droni diretti in Russia e sulle armi che arrivano ad Hamas in Medio Oriente.
Ecco, un indizio in più ad avallare il fatto che il Potere non vuole la pace e che gli interessi economici dello stesso Potere sono enormi ed intoccabili, anche a costo della vita. Degli altri ovviamente.
E gli sfollati danno vita a diaspora verso luoghi indefiniti dove il più delle volte verranno bloccati, forse ricacciati indietro, chissà. Verso l'artiglieria militare, verso i missili, i droni, l'odore di polvere da sparo ed esplosivo, di vita che non c'è più.

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