The Rumble in the jungle

Dopo la conferenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni del 4 gennaio 2024 credo di aver capito o nulla di come stiano andando le cose nel nostro paese.
Ho capito che le TV, Rai ovviamente ma anche Sky Italia, apriranno una sorta di gara per "accapparrarsi" la diretta televisiva dell'epico confronto fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein; un evento che sta creando una attesa che a memoria c'è stata solo per "The Rumble in the jungle" in Zaire nel '74 (incontro storico di pugilato svoltosi in Zaire fra Muhammad Ali e George Foreman e vinto per ko dal primo).
Il sospetto però che dopo tante vane insistenze da parte del segretario del PD Schlein ci sia questa disponibilità al confronto è che serva soprattutto alla premier per diradare le nebbie che si sono posate sul suo incontro con la stampa di inizio anno.
Altrettanto vero è che così come è composta (rattoppata forse sarebbe il termine più adatto) l'opposizione, la Sinistra, il confronto TV potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol lasciando via libera al governo di arrivare a fine legislatura.
Attendiamo speranzosi per capire come e quando si terrà questo confronto e continuiamo per ora ad arrivellarci il cervello su come stanno andando le cose in Italia.
"Male, per Dio!" come ammoniva severo il Megadirettore il povero Fantozzi, fuori luogo alla cena della contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.
Era chiaro già da fine anno quali sarebbero stati i temi toccati dalla stampa, quali domande sarebbero state poste alla premier.
E la premier si è fatta trovare pronta (ecco, su questo punto il timore che il confronto in TV lo vinca facilmente Giorgia Meloni è fondato in quanto senza dubbio più politicamente esperta di Elly Schlein) snocciolando comunque un rosario laico di cose che stanno andando bene e che se vanno male è perché a volte la coesione in senno alla maggioranza zoppica, "j'accuse" messi lì ad hoc senza nominarne mai il destinatario dovuti al fatto di essere certi che c'è chi trama nell'ombra e ricatta. Ma non si nomina, non si dice e allora viene da chiedersi il perché di simili dichiarazioni e simili silenzi.
Strategia, gioco politico? 
E soprattutto viene da chiedersi se chi lancia l'accusa sia certo che il destinatario della stessa capisca, forse sia presente in sala. Trame complottiste che vanno bene mentre giochi a Risiko con gli amici, non quando stai per dare conto del tuo ruolo, del tuo lavoro.
Lavoro che il più delle volte ha dato l'idea di essere osteggiato dalla stessa maggioranza, evidentemente non così coesa come si vorrebbe fare credere agli italiani, agli elettori ricordiamolo.
Ci sono state tante affermazioni positive nelle dichiarazioni della premier ma alcune di queste sono di difficile comprensione per noi che le ascoltiamo, le leggiamo.
Si può partire dal Premierato tanto caro al governo che di fatto leggerebbe le mani al Capo dello Stato, impedito a sciogliere le Camere in caso di crisi e quindi si vorrebbe scongiurare il fatale per i politicanti di ruolo, "Governo Tecnico" (certo, un nuovo Monti solleverebbe leciti scongiuri e brividi). Si può continuare con le polemiche che la destra non fa mancare alla Consulta ogni qualvolta ci sono delle sentenze; Consulta difesa a mezzo stampa dall'immortale Amato, attaccato in conferenza stampa per questa sua specifica.
Sono state più di quaranta le domande, sono state più di quaranta le risposte, molte sono sembrate frutto del momento.
Le tasse? "Il governo non le aumenta" si diceva, dicevano. Ma dal primo gennaio 2024 aumentano i pedaggi autostradali (e non si capisce bene bene dove finiscano tali fondi perché alcuni tratti autostradali non sono affatto un aiuto tangibile all'utente, non sono per nulla sicuri), assorbenti, pannolini, prodotti per l'infanzia, seggiolini auto; prodotti che semplicemente servono, sono utili nella vita di tutti i giorni e nel mettere in sicurezza i figli quando si viaggia in auto (è per altro un obbligo di legge). Curiosi che aumentino questi prodotti nei giorni in cui esponenti della maggioranza invitano a fare figli presto, in età giovane. Curioso e un po' fuori contesto, forse detto da chi non ha ben presente quale sia la realtà del paese.
Aumenti che cozzano con le dichiarazioni di crescita sempre snocciolate dal governo; secondo il governo appunto la percentuale di crescita prevista è del 1,2%, il doppio di quanto previsto dai previsto internazionali e da Bankitalia i quali evidente complottano per fare fare una figuraccia ad un governo il cui ministro dell'economia firma o non firma concludendo il suo intervento con un tristissimo "io però l'avrei firmato...".
Il Mes, il Patto di Stabilità, Giorgetti, la UE, sono tutte parole e nomi che ci hanno riempito le giornate a cavallo del Natale, ora a festività finite si dovrebbe ragionare e capire se davvero Giorgetti può continuare a rimanere in senno all'economia in questo governo perché ai nostri occhi di elettori appare un po' più che sfiduciato.
Realtà che parla di aumenti, di lavoro che non c'è e se c'è è mera statistica perché contratti intermittenti o interinali sono positivi solo per l'azienda non per il lavoratore. 
Si è parlato anche di lavoro, lavoro femminile e figli e "il governo ha lavorato molto per le madri lavoratrici", ma non per tutte le madri lavoratrici. Solo per chi ha più di un figlio e un contratto a tempo indeterminato. Le altre? Non è stato appurato come il governo sostenga le madri precarie, con un solo figlio, single.
E la riforma delle pensioni? I Millenials andranno in pensione ad un'età improponibile, qualsiasi lavoro si faccia; 71 anni con una buona pensione da 1600 euro (ma dubito che fra quarant'anni tale cifra permetta di fare chissà che vita lussuosa) solo se per gli ultimi 25canni di vita professionale hai portato a casa fra 50 e 60 Milà euro l'anno. Capiamo da soli che a pensione rimane difficile da raggiungere.
Il presidente del Consiglio ha toccato altri punti nel suo intervento come il Piano Mattei, tutt'ora sconosciuto, il decreto flussi che prevedeva un rafforzamento delle strutture che non c'è stato, anzi, sull'immigrazione siamo forse peggiorati, la tassa sugli extraprofitti delle banche che avrebbe portato cash e disponibilità ma che per intervento "divino" declassata da tassa a rafforzamento patrimoniale (il gergo tecnico sull'elettore ha sempre il suo fascino, si sa), la Bolkenstein e il tema dei balneari. 
Parentesi: la UE chiede una mappa delle coste. Bene, la mappa esiste dagli anni novanta e si trova al Demanio, basta chiedere al ministro per le Infrastrutture che coincidenza è il vicepremier Salvini, si quello dei lotti chiudi e dei ponti. La mappa già esiste non va bene, si aggiungono chilometri di costa sotto forma di scogli, secche, piattaforma, "isole delle rose" e trabucchi fatiscenti.
Facile.
La mappa è bocciata dalla stessa UE e siamo nuovamente qui a parlare di balneari, concessioni, tasse.
Dopo aver ascoltato e letto la premier non mi resta altro da fare che aspettare il confronto televisivo e sperare che qualcuno dall'alto compia un miracolo.


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