33 anni dopo, eccoci qua.

33 anni dopo ecco servita la nuova Guerra Fredda, dopo il pareggio degli anni che furono. Sul pianeta, nello spazio o nel cosmo, che si fosse americani o sovietici.
Fu un pareggio fatto anche di tante piccole incursioni dei paesi nell'orbita di questo o quel paese. 
Noi che abbiamo raggiunto i primi cinquant'anni di vita ci eravamo convinti che caduto il Muro di Berlino la Guerra Fredda sarebbe stata un ricordo buono per i libri di storia ed invece rischiamo neanche troppo velatamente di ritrovarla vicina, di farla nuovamente diventare parte integrante del nostro vivere 
Nonostante i ricordi di film, di gare di scacchi, di partite di basket, di hockey su ghiaccio, canzoni, pare che nulla sia stato fatto per proiettare in avanti la Glasnost, ai giorni nostri com'era nel oensiero di Gorbaciov.
Glasnost che proprio in patria viene dimenticata, cancellata come se si trattasse di un errore storico da non ripetere; convinzione che oggi preoccupa l'Occidente, preoccupa forse anche il gigante russo.
In un lasso di tempo che spesso significa la "costruzione" di un uomo, la nuova Russia è tornata a vestirsi da Urss. A vestirsi da rivale scomodo, pericoloso, pesante. A partire da lontano, dagli anni dalle guerre cecene per arrivare alla guerra in Ucraina, quella di oggi che sembra non finire mai. Guerra che ha messo il mondo davanti alla realtà politica russa, ermeticamente chiusa attorno al nuovo zar.
Non ci sono però questa volta scacchi, basket, film a fare propaganda, magari.
In questi anni sono stati fatti sparire oligarchi scomodi e oppositori altrettanto scomodi, sgraditi al potere. Sono stati fatti sparire giornalisti, politici, sostenitori come se nulla fosse permesso. E davvero è così.
E la guerra in Ucraina ha spaccato in parte l'Occidente, confuso da una complicata uscita dalla crisi pandemica. L'Europa da un lato, gli Stati Uniti dall'altra, divisi a loro volta fra gli aiuti economici e bellici promessi dal presidente in carica Biden e quelli che non arriveranno più invocati dall'ex presidente Trump. E non sembra un buon viatico per riallacciare i rapporti con quel sogno chiamato Glasnost.
I tempi per guardare al futuro prossimo e lontano con trasparenza, questo significa Glasnost, sembrano impossibili da avvicinare.
Appaiono lontani come l'esilio cui sono sottoposti gli oppositori al potere.

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