Che qualità della vita?

Qualità della vita? Primo posto.
Servizi offerti al cittadino? Primo posto.
Una messe di consensi storica ed enorme per una città di neanche centomila abitanti. 
Lo dicono i dati in possesso di un noto quotidiano nazionale, quello che ogni anno pubblica la classifica delle migliori città del paese.
Bene, ottimo viene da dire. 
Questa volta però si dovrebbero fare dei distinguo, evidenziare tutto quello che non va proprio bene e tutto quello che non viene fatto dall'amministrazione cittadina.
Posto che è vero che i dati con cui vengono redatte questo tipo di classifiche non si riferiscono all'oggi ma all'altro ieri e che quindi non forniscono la condizione reale di questa o quella realtà.
La città italiana oggi al primo posto per qualità della vita e qualità dei servizi offerti al cittadino è Udine, la città in cui vivo, una città senza ombra di dubbio abitabile, a misura d'uomo. Fino ad un decennio fa, giorno più, giorno meno.
E' anche la città in cui vivo, che vivo e nella quale lavoro. E già in questo ultimo pezzo di frase ci sarebbero crepe in cui infilarsi ed aprire una discussione apparentemente senza fine.
Cosa possiamo dire oggi che sta per arrivare Pasqua di Udine?
Non tutto quello che della città viene detto in tv, nei talk show; non che si beve e basta (affermazione questa che tristemente si ripete  creando rabbia e malcontento). Non che la qualità della vita è buona e in questo molto centra la nuova amministrazione che per quanto possibile risulta latitante, quasi assente.
Andando a ritroso nel tempo altri sindaci, consiglieri, vice sindaci ed esponenti vari vivevano il centro città e le periferie, ricavandone sempre "impressioni di prima mano". Tastavano il polso della città "sul campo" e magari non attirandosi tutte le simpatie dei concittadini qualche problema lo affrontavano. Non sempre lo risolvevano ovviamente ma tant'è. 
Adesso la città risulta desolatamente vuota priva di quella qualità della vita tanto sbandierata ad inizio 2024.
Anche i servizi offerti al cittadino sono in netto calo, una caduta vertiginosa verso il basso cui l'amministrazione cittadina sembra incapace di guardare, tantomeno affrontare.
Andiamo però con ordine.
La città è al centro della regione, facile da raggiungere con i mezzi, più facilmente da oltreconfine, bene. E' ricca di caserme, vecchia terra di "naja", forze dell'ordine. Questa sua peculiarità l'ha portata a diventare nel tempo una sorta di crocevia per tutte quelle rotte balcaniche specializzate nel traffico di essere umani. Via via negli anni sono stati accolti un numero notevole di immigrati, adulti e non. Negli anni questa situazione è stata gestita e anche malgestita dalle amministrazioni comunali, tollerate a fatica dagli stessi abitanti della città, e non necessariamente solo del centro città. Qualcosa è stato fatto in termini di accoglienza e sostegno, molto è stato fatto anche per dare lavoro a chi ne aveva i requisiti ma dopo?
Si è preferito tralasciare, sorvolare, non affrontare, il problema che stava via via nascendo ( e in un decennio l'amministrazione ha coperto l'arco politico attuale con l'alternanza sinistra-destra-centrosinistra ma forse no, con risultati andati a degradare verrebbe da dire nell'ordine della suddetta alternanza) arrivando ai giorni nostri, quelli in cui esce questo pensiero. Questa considerazione da cittadino e negoziante.
Negli stessi anni è cresciuta anche l'immigrazione minorile, quella che spesso finisce affidata ai centri di accoglienza non sempre pronti e preparati a un simile sforzo di risorse e tempo. Assieme a loro sono cresciuti studiando nelle stesse scuole i figli di quegli immigrati regolari che vivono e lavorano qui da noi da tempo. si sono incontrate culture diverse, stili di vita diversi fra loro e non sempre si è ottenuto un risultato positivo, anzi. Il più delle volte questo contatto multirazziale ha coinvolto tutti i protagonisti sfociando in quelle risse, accoltellamenti, furti nei negozi che da giorni (a conti fatti da quasi un anno ormai) sferzano la migliore città d'Italia. E' uno scontro che chi abita e vive Udine guarda a volte inerme perchè la legge ad esempio non ti consente un raggio d'azione ed intervento tale da affrontare da solo il problema. Perchè un problema c'è caro Sindaco, c'è cara Amministrazione cittadina, basterebbe solo scendere in strada ed osservare. 
Quella cittadina che garantiva un minimo di tranquillità non è più tale da anni, nell'ultimo anno è schiava di gang, baby gang, gruppi di etnie diverse (non preoccupatevi, ci sono anche gli italiani proprio per quell'essere cresciuti tutti assieme, forse per rimarcare una sorta di proprietà di territorio...) che creano un danno sociale ed economico. 
E' un triste dato di fatto che "tutto il peggio" che capita in città si sia concentrato in pochi anni nel suo centro storico, in quello che è considerato il suo salotto buono, spostandosi dalla periferia, dalla zona della stazione ferroviaria (una cosa fisiologica in tutte le città per la sua natura frenetica e frequentata) alle piazze a ridosso delle mura del centro. 
E' un dato di fatto. 
Molto ha fatto lo svuotarsi nel tempo di tanti, troppi, spazi commerciali, negozi che giocoforza garantivano pulizia, ordine, sorveglianza da parte degli organi preposti, vigilanza privata e forze dell'ordine. La cessata attività praticamente di una larga parte del centro storico ha portato al moltiplicarsi di spazi, su strada e all'interno di gallerie commerciali, vuoti, lasciati alla mercè di chiunque ne voglia approfittare.
Così è stato per Udine e anche per questo la leadership della classifica del noto quotidiano nazionale risulta oggi più che mai poco credibile. 
Toccherà ora al Sindaco, l'Happy Sindic cittadino, alla sua Amministrazione e al Manager scelto ad hoc risollevare una città che sta andando allo sbando apparentemente da sola, che vede più le serrande abbassarsi che vetrine accendersi la mattina. Toccherà a loro dar vita ad un piano sicurezza che sia semplicemente il più sicuro per chi ad Udine ci vive e ci lavora.
Toccherà a loro ma prima di iniziare a pensarlo toccherà sempre a loro scendere per strada, parlare con chi ci vive e lavora, con chi la deturpa, con chi prova a metterla in sicurezza ma è solo perchè sono in pochi, perchè per quanto riguarda la Pubblica Sicurezza (aldilà della divisa indossata) in Italia è sempre un problema economico, di tagli, di sacrifici.


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