Esami di maturità

Sarà che fuori piove, quella pioggia fredda fuori stagione. Saranno i cinquant'anni arrivati, finalmente.
Sarà che quando l'umore gira al contrario guardi un po' indietro, un po' più indietro.
Guardi soprattutto al periodo in cui sei stato bene, in cui tutto si chiudeva in una risata anche se sbuffavi, ti arrabbiavo, pensavi non ti capissero. Chi poi?
Pensi al suono della campanella, al bacio dato di corsa in corridoio che volevi non finisse mai, a corridoio diversi.
Pensi ai corridoio percorsi e ripercorsi, al profumo delle risma di carta nel sottoscala, le canzoni delle "boy band" in cuffia con la spugna consumata dal tempo. 
Guardi quanto piove adesso che è marzo, che la primavera è sulla porta, che l'ennesimo caffè della giornata è pronto. Ed osservi la schiuma del latte montata come ti hanno insegnato proprio ai tempi della scuola. 
Chiedi aiuto ad una canzone mentre il sabato pomeriggio scorre, mentre scorri su uno schermo immagini di gite studio, occhi stanchi, bevande improbabili.
Pensi a quanti sono andati lontani in questi anni, a quanti non li rivedi da un numero imprecisato di giorni, a le che vorresti ancora seduta con te sui gradini di una chiesa a fare notte, più tardi che si può "che domani prendiamo la maturità e poi chissà..."
Si, chissà quale è adesso la distanza precisa fra di noi, fra i miei cinquant'anni e i miei vent'anni, quelli che oggi sto ascoltando mentre piove.
Quelli belli, belli.

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