Il Piano Mattei d'Egitto

Piano Mattei.
Io non so bene di cosa parli, nessuno a noi elettori né ha mai spiegato i dettagli, gli obiettivi, i costi, i rischi.
Rapporti con l'Africa? Certo, anche.
Ma poi? Da dove possiamo, noi italiani con questo nuovo modello di cooperazione, partire per gestire questo Piano Mattei?
Come possiamo contenere se non limitare, il traffico di esseri umani per il quale lo stesso governo afferma essere stati fatti passi in avanti?
7 miliardi di euro che l'UE investe sull'Africa per stabilizzare economia, strutture, gestione più umana dei migranti. Lo fa ufficialmente con l'accordo siglato al Cairo da Avon der Leyen, Meloni ed Al Sisi. 
Lo fa dopo la debacle tunisina intavolando un dialogo con l'Egitto, descritto questa mattina, come un paese in via di sviluppo, più aperto di un recente ed oscuro passato. Un paese indispensabile anche per gli sviluppi della guerra, perché di questo ormai si parla, fra Hamas e Israele. Un paese che importa come pochi altri il grano europeo, un paese che è diventato col tempo principale punto di pattenza per le migliaia di persone che salpano sul Mediterraneo a bordo di barconi impresentabili.
Al Sisi si appoggia alla UE, la UE si appoggia all'Egitto come ultima ancora di salvataggio.
E questa sfumatura del Piano Mattei per l'Africa viene vista come un grande risultato governo. Può esserlo? Potrebbe esserlo? 
E per quanto riguarda i diritti umani al Cairo? 
Non è più l'Egitto dei Fratelli Musulmani di qualche anno fa ma l'Egitto di Al Sisi non sembra meno oscuro dei precedenti.
Iniziamo la settimana quasi convinti che Meloni e Von der Leyen siano tornate dall'Egitto convinte che cesseranno sbarchi, emergenze, crisi economiche, guerre e guerre civili nel continente nero.
Tutto perfetto su carta e proiettato in un futuro sicuramente non vicino (Hamas ed Israele non sembrano vicino ad una qualsiasi forma di tregua, gli Houthi nel Mar Rosso non ci pensano nemmeno a deporre le armi, in Sudan continua una sanguinosa guerra civile) non fosse per quella grande zona d'ombra che si chiama Giulio Regeni cui nessuno pare interessato. Giudici italiani a parte. A volte questo però non basta.

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