Risoluzione 2728

Dall'Isis-k agli Usa che non pongono il vero alla risoluzione Onu sul cessate il fuoco israeliano, in quattro giorni il mondo si muove, si contorce su se stesso.
Effetti? Il premier Netanyahu si infuria col mondo intero racchiuso nel palazzo di vetro ed annulla i viaggi già in programma. Parentesi personale forse: per Netanyahu non è il primo incarico di governo,credo il quarto addirittura, e personalmente non ho memoria di grossi risultati ottenuti quanto piuttosto di dimissioni, accuse di corruzione. Quel che non mi spiego è come fa ad essere rieletto quasi a cadenza periodica, non mi dà l'impressione di essere uno statista al livello di Rabin. Chiusa parentesi.
Onu dicevamo. 
La risoluzione 2728 dell'Onu, del Consiglio di Sicurezza, è quindi priva del veto degli USA che non bloccano la richiesta di cessate il fuoco su Gaza creando la frattura con Tel Aviv, qualcosa di storico cui il mondo non aveva mai assistito.
Passa la linea americana di un bombardamento incessante sulla Striscia che travalica i diritti umani, che è rappresaglia selvaggia, furibonda, omicida.
Oggi Israele, dopo 170 giorni di guerra, perché di questo si tratta, rompe i rapporti con gli Usa che con la loro assenza fanno passare la loro linea geopolitica.
Quali saranno le conseguenze? 
Su Biden alle prese anche con le elezioni presidenziali nel salotto di casa, su Netanyahu che ormai è al teamonto della sua carriera politica. Sugli stessi Stati Uniti più che sul resto del mondo, che perde un alleato storico e politico in quella parte di Medio Oriente in cui Israele ha sempre rappresento un punto di forza.
E poi ancora, la risoluzione 2728 non parla del dopo, quel futuro che Gaza si aspetta e merita perché 32 mila morti sono la cifra enorme di una tragedia.
La risoluzione Onu per dirla tutta è stata richiesta dai paesi arabi, sempre nebulosi nei rapporti economici e politici con le potenze del mondo. La domanda che rimane sottotraccia è come verrà gestitao Hamas, Gaza, la Cisgiordania quando le armi verranno deposte. 
Forse questo sospetto lascia più dubbi ed angosce che certezze ma che non ci si può non porre.
Il futuro appare incerto, avvolto da altre nubi, nuove che non lasciano spazio oggi al pensiero positivo.
Come in tutte le crisi internazionali aperte e chiuse in questi anni la fine c'è quasi sempre quando chi l'ha iniziata si ferma, esce dai giochi. La fine del conflitto a Gaza, perché questo è, oggi però apre lontana perché non è solo volontà di Netanyahu (per il quale comunque questa guerra rappresenta il canto del cigno) per le azioni brutali, orrende, del 7 ottobre 2023. 
Non basterà la risoluzione 2728, non basterà l'astensione americana. 


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