Strategie e fiches

11 marzo 2024, ora è certo che la Sardegna, quel pugno di voti in più a favore del centrosinistra, rappresenta un exploit destinato ironia del destino a rimanete isolato.
Le fiches puntate sul tavolo dell'Abruzzo soprattutto da M5S di Conte erano tante, forse troppe se si fosse analizzato bene il territorio. 
Non è tutto Sardegna purtroppo.
A quattro anni dall'ultima tornata elettorale, un'uscita dalla pandemia, il primo governo di centrodestra della storia della Repubblica, due conflitti alle porte di casa, il partito dell'ex premier, anche degli ex grillini, registra una debacle negativa che non può passare senza essere correttamente analizzata. 
Sorprende, questo si, il consenso per il PD di Elly Schlein, al netto dei fantasmi del passato, delle Leopolde e delle critiche. Contrariamente allo scarso appeal messo in campo dagli uomini di Conte, a Schlein ha fatto difetto il sempre più diffuso assenteismo ormai peculiare della sinistra.
Forse si è voluto lasciare libero di gestire la propria campagna elettorale il candidato D'Amico che per come è costruita la casa odierna del centrosinistra di più non poteva fare.
Forse ci si è seduti sugli allori sardi, festa delle illusioni in realtà pagata con la prima storica riconferma di un governatore in Abruzzo, il governatore Marsilio in questo caso.
Come sempre materiale per rivedere e correggere il futuro queste tornate elettorali lo forniscono, la speranza è che venga fatto resori deglu errori, che si possa nel futuro elaborare strategie politiche più ottimali e attinenti alla propria corrente politica. Puntare forte sui demeriti e sulle crisi altrui, che crisi in realtà non sono perché il centrodestra nella sua coalizione fa convivere anime diverse, molto radicate nel territorio (in Abruzzo Forza Italia nonostante gli sfavori e le impressioni negative suscitate dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi ha dimostrato di essere più coesa e presente appunto nelle regioni rispetto ad altre forze politiche) quindi più vicine anche agli elettori indecisi.
Farsi forza di una vittoria elettorale risicata non ha giovato alla coalizione di centrosinistra che ad urne chiuse deve decidere se programmare il proprio futuro da solo o cercare quell'alleanza vincente che ad oggi manca.
E non si vede nemmeno all'orizzonte.

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