Vecchi ricordi, vecchie passioni

C'è stato un tempo neanche tanto lontano in cui ho sperato davvero che scrivere potesse diventare la mia professione principale. Un lungo momento in cui l'economia del mondo, i bond Parmalat, l'Argentina, l'euro avevano in parte stravolto il mio quotidiano.
Un periodo in cui passavo ore ed ore davanti lo schermo del mio computer ad inviare curriculum aggiornati ai quattro angoli del mondo, letteralmente, e a "rovistare" fra vecchi ricordi, vecchi appunti. Ne ho trovati tanti, forse troppi, perché ho sempre scritto, preso appunti, guardato attorno a me e fatto uscire liberamente le mie impressioni.
Il riposo forzato, la lontananza dal lavoro mi hanno regalato il tempo necessario per cucire assieme tutte queste parole. Ho iniziato così una sorta di taglia e cuci con le mie parole. Ne ho messe in fila tante, ne ho trovate di nuove e ne ho rivisto altre. Le ho fatte diventare foto a parole, immagini.
Dopo ogni seduta al PC a rivedere annunci, inviare curriculum lanciavo il file con le mie parole. 
Ho cercato l'idea migliore per impaginarle tutte, per cucire un abito adatto alle stesse.
E un'immagine bella, immediata, che parlasse. L'ho cercata a lungo, tagliando e ritagliando, sovrapponendo.
Alla fine avevo creato un nuovo abito con tutte le mie parole. Non ancora il lavoro però. Per quello ci sarebbe voluto ancora un po'.
Cucito l'abito per le mie parole, le ho lasciate libere di viaggiare anche loro nella rete, libere, di essere di tutti, lette da tutti.
Anni dopo c'è ancora, è ancora lì, con tutta la passione che vi è rinchiusa dentro.




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