"Errore di guerra"

7 operatori per trasportare cibo, un errore di guerra, errore di guerra!
Non basta distruggere quanto possibile, case, palazzo, vite, abitudini, infanzie e  vecchiaia. Non basta ridurre un popolo alla fame, a piantare tende sulla sabbia che diventa fango alla prima pioggia.
Non basta chiudere tutto con dichiarazioni fredde, palesemente di facciata, e catalogare queste morti come errore di guerra. L'errore caro Netanyahu è la guerra, senza trattative, senza cercare un minimo di dialogo. Per il governo israeliano ormai alla fine (sono sempre migliaia, da giorni, le tende argentate piantare davanti al parlamento, Knesset, per chiedere a questo governo di dimettersi) la guerra è il pretesto ideale per una prova di forza adesso come adesso inconcepibile. Il 7 ottobre 2023 appare sempre più chiaramente il pretesto per liberare la Striscia di Gaza dai palestinesi. Può essere legittima la reazione all'attacco di Hamas entro certi limiti però perché anche le azioni di guerra devono avere un loro macabro senso.
Sono mesi che Israele, il suo governo per lo meno, appare isolato dal mondo, occidentale e non, lasciato solo dagli alleati (Onu e Usa in primis). 
Costringere un popolo già rinchiuso a vivere su una spiaggia in attesa di cibo che cade dal cielo, esattamente, proprio dal cielo dopo aver raso al suolo quartieri e città e ospedali e scuole dimostra come il governo Netanyahu punti forte sulla guerra, sul dolore e sul togliere qualsiasi cosa ai palestinesi. 
Le cifre parlano di circa 30 mila morti palestinesi, uccisi, e non possono essere tutti terroristi. Non lo sono le nonne, i bambini, gli allettati negli ospedali. Non può non essere definito genocidio.
Errori di guerra hanno riempito le pagine delle cronache recenti, ce ne sono in tutti i conflitti e la giustificazione è sempre quella. Errore, nell'orrore, nel dolore.
E sempre chi compie queste azioni cerca di apparire più forte di prima come se stragi e omicidi fossero medaglie da fissare al petto.
I 7 volontari wck non portavano armi, non avevano missili, non avevano ostaggi. Trasportavano cibo, spezie, pane, aiuti ad un popolo che nessuno sembra volere più.
E i 7 wck, World Center Kitchen, sono morti colpiti da un missile, che non è intelligente, che una volta lanciato va dove vuole, colpisce, esplode, uccide.
A terra rimangono carcasse, corpi, macerie e quella parola, errore, che non può essere pronunciata, non può esistere associata alla parola guerra.
Israele in questo momento è una palude immobile, una palude capace di produrre morti in serie, cadaveri, orfani come più a nord l'Ucraina.
A Gerusalemme il governo è passato dall'appoggio dei parenti degli ostaggi all'invocazione degli stessi di cessare questa guerra, questa strage che ha radici lontane e che sta servendo da pretesto per risolvere altri problemi storicamente irrisolti come dimostrano i missili israeliani su Siria e Libano. Altrettanto storicamente pesa nell'area geografica il peso dell'influenza iraniana e i precedenti bellici israeliani. Una spirale di corsi e ricordi storici che non sembra avere una fine a breve.

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