Usa, università, campus, tende e accampamenti.
Polizia in tenuta da sommossa, eppure...
2000 arresti fra i manifestanti che reclamano a gran voce lo stato palestinese, lo stop alla guerra in corso fra Hamas ed Israele.
Si protesta, si è civili poi spetta ai manifestanti e a chi li sorveglia tracciare il confine fra legalità ed illegalità.
In queste ultime settimane stiamo rincorrendo la verità, noi che abitiamo di qua' dell'Atlantico, facendo lo slalom fra video di forze dell'ordine montati ad arte, con tanto di colonna sonora (un salto in avanti in termini di comunicazione?) e video dei manifestanti dalle tendopoli montate numerose nei campus occupati.
Ma è una semplice occupazione piuttosto numerosa o una prova di forza esagerata della polizia (sono coinvolti i grandi stessi americani)?
Il presidente Biden è dovuto intervenire in TV per spiegare la situazione agli americani e la posizione e della Casa Bianca.
Bene e giusta la protesta, male, malissimo la violenza. Specie da parte delle forze dell'ordine. Specie in un paese come quello americano pervaso da un malessere diffuso per le vicende belliche in Medio Oriente e la comunità ebraica che si sente minacciata proprio dalle manifestazioni Pro-Gaza degli studenti.
Ci sono tanti arresti, appunti 2000, ci sono i poliziotti che abbattono tendopoli e gazebo, che appunto postano video che definiremmo quasi promozionali, richiami all'Intifada (chi è nato verso la fine del secolo scorso sa che la protesta araba, Intifada, ha sempre aperto la strada a situazioni più gravi).
Quello che accade negli Usa storicamente si trascina in Europa (il 1968 insegna, oggi possiamo fare vederne gli effetti in Francia) e non è un precedente che regala speranze di pace a breve termine.
Nel contesto sociale americano però ci sono sicuramente degli elementi che fomentano le proteste, che escono dalla "semplice" protesta contro Israele e il duo primo ministro Netanyahu. Forse dietro gli studenti, le proteste, scopriremo a breve che c'è qualcosa o qualcuno che ne fonenta le gesta. Forse scopriremo a breve che la polizia usa la protesta, i mezzi antisommossa, le irruzioni come campagna elettorale (a novembre divranno scegliere fra Biden e Trump...).
Di certo, oltre alle proteste, alle irruzioni e agli arresti, assieme ai troppi morti di Gaza c'è la divisione in cirso ormai da qualche decennio dell'America in tribù, ognuna quasi con le proprie leggi.
Una situazione che va oltre i disegni di pace preparati da Biden e Blinken, che travolge tutte le numerose comunità ebraiche americane e parte dell'economia a stelle e strisce.
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