Sfilate e insediamenti

E di nuovo Nato e Stoltenberg dichiarano che che la stessa Nato non schiererà truppe in Ucraina, che gli ucraini hanno chiesto supporto, fondi, non truppe. Lo ribadisce il segretario generale della Nato proprio bei giorni in cui inizia il quinto mandato presidenziale di Putin (l'ennesimo, il 9 maggio per altro, ricorrenza della sconfitta nazista).
E a margine delle dichiarazioni di Stoltenberg le dichiarazioni pacate del ministro della difesa italiano Crosetto, che vogliono giustamente abbassare i toni e l'attenzione sulle nuove esercitazioni nucleari russe. Che come dichiarato dallo stesso ministro ci sono sempre state, che "giocano" sulla capacità di minaccia tipico della Russia, tipica anche dell'ex Urss. Si dovrebbe tenere bassa l'attenzione e la critica su questi fatti cercando di uscire da una situazione di stallo pesante.
Le ultime cronache belliche che arrivano dall'Ucraina raccontano di bombardamenti e avanzate, ritiri e ancora bombardamenti. Ci arrivano le dichiarazioni dell'americano Stoltenberg sull'opposizione della Nato all'invio di truppe (allontanandosi di fatto dalla linea politica del francese Macron) e quelle del presidente ucraino Zelensky che richiama al fascismo del secolo scorso vestendolo delle peculiarità del secolo in corso. 
Resta la narrazione della storia del conflitto russo-ucraino, nel quale il dittatore russo (perché questo di fatto è il russo Putin oggi) ha puntato forte coinvolgendo i connazionali in quella che ai suoi occhi è una guerra patriottica contro i nazisti occidentali.
C'è un forte richiamo da entrambi i lati del conflitto a termini e terminologie del passato, quello più oscuro e doloroso, a situazioni necessarie per poter giustificare missili, morte, torture.
Non ci saranno truppe sotto l'egida Nato impiegate in Ucraina, ci saranno più soldi per la difesa di Kiev (sull'ordine di miliardi di dollari) e ci sarà nuovamente Putin da affrontare, anche nel nuovo 9 maggio.

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