Un mercoledì da leoni

Un mercoledì da leoni, mentre il sole s'alza piano che in fondo è un giorno di festa, mentre preparo la caffettiera e apro il giornale. 
Penso alle onde alte, al rumore che fanno quando si infrangono su scogli e rive, penso sorridendo alla locandina del film, uno dei più belli di sempre. Mi distrae la moka, il caffè che mi dà il buongiorno. 
Primo Maggio.
Festa del lavoro e dei lavoratori.
Un mercoledì da leoni, appunto.
Lo dice anche il giornale, me lo ricorda più o meno ogni pagina. Ogni articolo riconduce alla festa con il richiamo può meno diretto a questa o quella sigla sindacale, tutte ugualmente evanescenti potremmo dire. C'è il Concertone a Roma e sicuramente si polemizzare su cast e costi ma tanto è un avvenimento organizzato da privati, lontano da qui e comunque non per me. O per chi come me aspetta il caffè alle 5 del mattino di un mercoledì da leoni.
La mia mornng routine è fatta di cose piccole ma lunghe e godute come la colazione e altre rapide, più immediate come l'essere già lavato, pulito e vestito mentre ancora scende l'ultimo sorso di caffè. 
Il mattino e la sua alba del mercoledì da leoni è fatto di pochi incontri; podisti, quelli che corrono nonostante tutto e tutti, sempre. Un paio di furgoni del latte che entrano in città per rifornire i pochi bar aperti, la coda al bar (che porca miseria non è il solito, oggi no) perché è l'unico con la serranda alzata e l'allarme spento del mio negozio. 
Penso che sarebbe bello dire a qualcuno che ti aspetta "sto arrivando, faccio colazione e andiamo al mare, ai laghi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi" ed invece neanche quest'anno va così.
Mentalmente sarà una giornata difficile, ci e cavalcare un'onda in pieno Oceano Pacifico e non cadere dalla tavola. 
L'aria fresca del mattino mi porta lontano da quello che sarà fra poche ore.
In una vita lontana lavoravo nella ristorazione, i festivi erano ben pagati, si lavorava bene e tanto, il mare fermo inmagi e davanti il banco e del bar, ero più giovane e non mi sembrava per nulla una brutta situazione. Poi sono cresciuto, ho fatto scelte diverse e sono entrato nel mondo del commercio, il Retail per l'esattezza. Esattamente l'anno in cui qui dove vivo io un oscuro politico-imptenditore ha trascinato la pletora di amici-imprendirore nella "stupenda idea" di tenere i negozi sempre aperti.
Ah, il mio tempismo. Ci penso anche stamattina, che è festa.
Per gli altri.
Mentre non c'è un bar aperto, il tempismo, mentre la galleria si riempie di un'età media altissima, ben oltre la pensione verrebbe da dire. Mentre mi dicono "Meno male che siete aperti" e comperano cotto fioc e forbicine, mordendomi le labbra sulla risposta.
Primo Maggio, per gli altri e un vaffa amichevole eh..., ai sindacati, ai concertoni e a chi mi dice che nsi festivi non sa dove andare.
Sono come i ragazzi in costume che aspettano l'onda, uno tsunami nel mio caso, in questo mercoledì da leoni.




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