I grattacapi dell'Europa

Borgo Egnazia, Puglia, Italia, G7.
Prima ancora di iniziare, data di inizio lavori il 13 giugno, il summit dei sette grandi regala grattacapi ai leader partecipanti. 
Come se l'esito dell'euro voto non fosse passato senza colpo ferire (crisi di governo, elezioni anticipate, opposizioni in fuga, così, a macchia di leopardo nel continente) adesso è il G7 presieduto dall'Italia a regalare più di un pensiero alla presidente della Commissione Von der Leyen, già sulle scale dell'aeroporto Woityla di Bari.
Che succede ai grandi presenti al vertice? Succede che dopo che la Francia ha inserito ad aprile nella propria costituzione il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza, che la UE nello stesso mese,  ha approvato una risoluzione per inserire lo stesso diritto tra i diritti fondamentali e che nel nostro paese il M5S ha depositato una proposta di riforma costituzionale per inserire lo stesso diritto tra le tutele previste dallo stato alla presidente della Commissione presente al summit nel lussuoso resort di Borgo Egnazia venga anticipato un documento (previsto per altro alla fine dei lavori del G7) in cui proprio l'Italia chiede che venga cancellato il passaggio su aborto e cure post aborto.
Non esattamente il viatico ottimale per un summit come quello che va ad iniziare, con buona parte dei partecipanti in campagna elettorale, in crisi con il proprio elettorato. 
Il tema che negli anni ci ha visti protagonisti fortunatamente, dalla parte delle donne, oggi ci riporta ad un Medioevo sociale che pensavamo di avere superato; non che l'obiezione di coscienza sul tema non fosse presente, anzi, ma era ed è un diritto fondamentale per ogni donna. Oggi questo diritto entra nuovamente nel dibattito politico, nelle campagne elettorali; Macron come detto lo ha inserito fra i diritti previsti dalla costituzione, per Biden è un diritto e un argomento da campagna elettorale, opposto al tycoon Trump, il canadese Trudeau già al summit di Hiroshima mise in chiaro il proprio pensiero. Perché quindi dovremmo essere noi italiani, dal Partito Radicale in poi abbiamo avuto un certo peso nell'ottenere diritti uguali per tutti i cittadini, a dar vita a quello che è un vero e proprio passo indietro?
Passo indietro che qua e la nel nostro mondo politico si sta già materializzando per altro ma visto con un altro occhio sembra una mossa politico-sociale nei confronti dell'ospite illustre che presenzierà al G7, quel Papa Francesco che a Roma è di casa. Solo "arruffianamento" per l'ingombrante vicino quindi?
Sarà un summit difficile, subito in salita dallo scalo aereo.
Vedremo come la premier Meloni ne uscirà, vedremo anche come si svilupperanno le nuove alleanze politiche fra i grandi che sembrano più figlie della paura di perdere voti e deputati che di autentiche idee.
A Borgo Egnazia, Italia, Puglia inizia il vertice dei G7 e non sarà la guerra alle porte, l'immigrazione, il lavoro, l'economia a definire il profilo dei sette grandi, no, sarà la politica e un balzo all'indietro di cinquant'anni.

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