Hulk Is on fire

Un uomo anziano in difficoltà, un tycoon dai mille volti e un orecchio ferito, un cecchino maldestro, un wrestler esagerato, un vice donna di colore e un quasi vice sdoganato in libreria e al cinema made in Hollywood. I primi due personaggi hanno o hanno avuto il controllo della famigerata "valigetta rossa".
Sembrano i personaggi di un film corale, una di quelle commedie noir che ogni tanto producono le mille piattaforme specializzate nel cinema. Invece, poteva sembrare ma non lo è. È la verità, è lo spaccato che ci arriva dagli USA, e da dove altrimenti, in questo concitato finale di campagna elettorale.
Sullo sfondo la Casa Bianca, la possibilità di tornarci o di rimanerci, in ogni caso un Presidente a stelle e strisce che influenzerà al di là di ogni ragionevole dubbio la politica mondiale per i prossimi quattro anni. E neanche questa è una battuta.
Mentre luglio arriva a metà, il 4 luglio ha lasciato spazio a bandiere a stelle e strisce, sono stati esplosi fuochi d'artificio, aperte le birre e accesi i barbecue i due candidati presidenti non se le sono mandate a dire urlando nei microfoni dei rispettivi palchi. Per poco quella che a noi occidentali sembra sempre più una campagna elettorale incomprensibile, una goliardata economico-politica non ha assunto tinte drammaticamente noir.
Mentre USA ed Europa (già di per sé alle prese con i giochi di potere in seno al nuovo Europarlamento) chiedevano a gran voce un passo indietro al presidente Biden, apparso chiaramente in difficoltà, confuso, smarrito, troppo anziano per poter continuare a governare il paese il rivale, tycoon ed ex presidente mai rassegnato alla sconfitta, alzava i toni del confronto politico certo di non avere più davanti a sé avversari plausibili. Molte le voci vicine al partito Democratico che chiedevano a Biden, richiesta tutt'ora attuale, un passo indietro, una rinuncia "per il bene del paese e del partito" ma anche dei milioni di dollari raccolti in questa dissennata campagna elettorale dalle tasche facoltose e generose. Chi al posto del vecchio Joe? Il nome più immediato, quello forse più vicino ad assicurare una continuatà di governo è quello della vice presidente in carica, Kamala Harris. Candidatura che le eminenze grige del partito dem come la speaker emerita Pelosi caldeggiano pur sapendo che a tre mesi dal volto potrebbe risolversi tutto in un clamoroso autogol. Autog che già nella querelle "dimissioni si dimissioni no" si palesa. Il sogno nemmeno troppo nascosto dei dem è quello di vedere alla Casa Bianca l'ex first Lady Michelle Obama. Al momento un sogno destinato a rimanere tale anche per l'intelligenza dell'ex first Lady, sicura di bruciare candidadosi ora una futura vittoria. Assistendo a questa implosione del partito rivale l'ex presidente Trump ha visto aumentare nei sondaggi i voti a proprio favore e si è diretto sicuro verso il comizio a Butler, zona agricola della Pennsylvania. E qui ha incrociato il suo destino con quello del giovane Thomas Crooks, ex studente bullizzato, giovane uomo appassionato di armi e a quanto sembra ostile al tycoon.
In quel caravanserraglio che è la politica americana e la campagna elettorale per le presidenziali è chiaro che il progressivo e graduale cambiamento dei comportamenti è dei dialoghi dei protagonisti (mai lontani dalle polemiche, sempre al limite dell'insulto personale, accuse e attacchi di ogni tipo) ha portato ad una polarizzazione di gruppo dove alcuni individui hanno prese posizioni più estreme rispetto ad altre. Come Thomas Crooks appunto. Salito nel frattempo in modo molto indisturbato su di un tetto di un edificio posto all'esterno della zona inibita e ritenuta sicura. Mentre Trump arringa a la folla il giovane Thomas si è steso sul tetto a lancia sotto, ha montato il suo fucile, ha preso per bene le misure calibrando mirino e posizione e ha sparato, ha fatto fuoco contro il trucco che se l'è cavata con una ferita all'orecchio destro, il sangue che gli ricava il viso, il pugno chiuso in aria urlando il nuovo slogan "Fight!", combattere, mentre il servizio di sicurezza lo trascinava giù dal palco. È il giovane Thomas? Abbattuto, portando a due le vittime del triste comizio di Butler ; la seconda vittima è un pompiere volontario in servizio proprio per il comizio.
L'attentato ha prodotto l'immancabile fiume di parole bipartisan per condannare l'azione di Crooks, la telefonata di Biden al rivale, il j'accuse altrettanto immancabile verso i servizi di sicurezza chiaramente inadeguati. La soppressione dell'attentatore lascia aperti molti interrogativi sulle motivazioni che hanno spinto il giovane ad un gesto così estremo, sulla sempre più drammatica facilità di avere e possedere liberamente un'arma, su quanto i toni aggressivi di questa campagna elettorale stiano creando una appunto polarizzazione politica (pesa su questa il drammatico salto dei sostenitori di Trump a Capitol Hill).
È senza dubbio un racconto vario; orecchio medicato e bendato, con addosso almeno all'apparenza nemmeno un filo di paura Trump si è presentato alla convention repubblicana di Milwaukee convinto di rientrare da protagonista alla. Casa Bianca. Arringando una platea solidale col proprio leader, addirittura con tutti gli orecchi destri bendati come novelli Van Gogh, Trump ha annunciato anche il nome del futuro eventuale vice presidente: Vance. Astro nascente del partito repubblicano, sostenitore del movimento del tycoon Maga (Make America Great Again) e autore-sceneggiatore con un certo appeal nel mondo editoriale e cinematografico a stelle e strisce. Suo il libro "Elegia americana" da cui è stato tratto un film con protagonista femminile Glenn Close. Per Vance è una storia di redenzione familiare e personale che lo rendono il vice ideale per questo elettorato repubblicano. Da Milwaukee Trump sottolinea il suo sacrificio alla democrazia mentre presenta il migliore dei vice presidenti possibile. La convention repubblica regala a Trump un consenso forse inaspettato fino a qualche mese fa; contestualmente il presidente Biden prepara il prossimo incontro con l'israeliano Netanyahu, sta in silenzio sulle donne più pressanti richieste dem di dimettersi e si rinchiude nell'amato Delawere colpito dalla positività al COVID. E il wrestler esagerato quando entra in scena? Nella stessa convention repubblicana di Milwaukee che ha sancito il trionfo di Trump e la nomina di JD Vance.
Il wrestler in questione è Hulk Hogan, quello delle t-shirt strappate in mezzo al ring, quello delle Hulk Rules, la legge di Hulk sul ring appunto, quello coi baffi i gialli e la bandana che guardavano alla TV noi bambini oggi cinquantenni.
Un atleta-attore a volte esagerato, sicuramente amato da grandi e piccoli fan, altrettanto sicuramente un ottimo "animale da palcoscenico" ideale per tirare la volata nell'ultimo chilometro a Donald Trump.
È un mondo un po' incomprensibile quello americano e nella sua incomprensione un colpo di fucile ha spinto verso la Casa Bianca uno dei due candidati. Quello che ora incerottato urla a pugni chiusi "Fight!".

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