Zone calde e parole di fuoco

Non è bastato un anno quasi di guerra e genocidio a mettere a tacere armi, esplosioni e sirene. 
Non sono bastati veti Onu, accuse di genocidio, mandati di cattura, parole e ancora parole di tutte le parti coinvolte che poi sono gli stati più potenti.
Non è servito nulla e a nulla.
Il medio Oriente, che non è solo Gaza ed Israele, è tornato ad essere la polveriera di sempre, quella che dal secondo dopoguerra non trova quell'equilibrio magari precario che altrove esiste ed è tangibile.
Dal 7 ottobre 2023 l'aggressione ai ragazzi del Festival Supernova nel sud di Israele, a cinque chilometri dalla Striscia di Gaza e il successivo assalto ai kibbutz, l'escalation bellica nella regione ha avuto un'accelerata grave e pericolosa. 
L'incertezza della regione dopo le uscite di Biden, della UE, sembrano cadute nel vuoto.
Il fiume di sangue che sta scorrendo oggi in medio Oriente porta con sé tutto il dramma di almeno due generazioni di bambini e ragazzi cancellati, uccisi dalle bombe. Ho ridotto in macerie le vite di intere famiglie già costrette alla fame nella Striscia di Gaza.
E poi ci sono i missili che cadono a pioggia da e per l'Iran, anima nera fra Hezbollah ed Hamas nella regione, nemico storico di Israele senza dubbio sentimento ricambiato. 
Però i missili continuano a cadere anche sul Libano, sulla Siria e la memoria torna agli anni '80, ai caschi blu nello stesso Libano (oggi l'Italia sulla linea del fuoco ha circa 120p uomini con regole d'ingaggio molto restrittive).
Per ultimo, ma solo in ordine cronologico di intervento, Erdogan che minaccia l'invasione di Israele da parte della Turchia come "già successo in Armenia o in Libia" per citare le parole del sultano in oggettivo decadimento. Affermazione grave per altro da parte di un paese membro della Nato.
Il conflitto nel medio Oriente sembra lontano dal cessare e la pace o la tregua sembrano avvolte dalla nebbia.
Parallelamente al lavoro fin qui inconcludente delle diplomazie (l'unico modo per ottenere accordi di pace veri e accettabili), notizia di questo fine Luglio torrido, a Roma si è tenuto un summit molto ambiguo e molto pericoloso fra Servizi Segreti italiani, Mossad (Israele) ed Fbi (Usa). Agenzie abituate a lavorare più nell'ombra che alla luce del sole. 
Non il viatico migliore per accordi di pace accettabili.
Non i migliori protagonisti da mettere in campo.

Commenti